Dokita, ha deciso di sottoscrivere la lettera aperta sulla situazione di Aleppo dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), una lettera per incitare la politica ad agire. Noi soggetti sociali pretendiamo che le istituzioni nazionali, europee ed internazionali si esprimano con la condanna forte dell’eccidio in atto.
Siamo consapevoli che oramai è troppo tardi per garantire la salvezza a tutte le vite umane che sono intrappolate da infinito tempo ad Aleppo e per evitare la distruzione della città.
Ma non è mai tardi per aprire i corridoi umanitari per chi sta provando a scappare. Non è mai tardi per condannare le violenze contro i civili in Siria, determinate dallo scontro tra il Governo di Assad e le opposizioni e l’intervento militare della Russia e dei suoi alleati attuali.
Fino ad oggi le istituzioni e la diplomazia hanno espresso indignazione e condanna, ma non basta, serve ufficializzare un NO deciso e fattivo, imporre il freno a questa guerra che è un eccidio, uno sterminio di massa, un continuo evolversi di crimini contro l’umanità.
Al Consiglio di Sicurezza e alle Istituzioni delle Nazioni Unite, alle istituzioni europee, al Governo Italiano chiediamo:
• la ferma condanna dell’eccidio in atto ad Aleppo da parte di tutte le forze militari in azione
• l’azione fattiva politico-diplomatica per il cessate il fuoco immediato che ad oggi è stato firmato solo dalla Russia e non dal Governo di Assad, imponendo che l’accordo sia rispettato da tutte le parti
• l’invio di monitor ONU che assicurino anche l’uscita in sicurezza dei civili dalla zona assediata con l’apertura di corridoi umanitari sicuri
• l’apertura di un’indagine sul destino delle persone “scomparse”, secondo quanto denunciato dal responsabile ONU per i diritti umani in Siria
• l’istituzione di una Commissione d’indagine indipendente sulle violazioni del diritto internazionale nel corso dell’assedio di Aleppo, dall’inizio ad oggi