Da due anni Dokita è partner del progetto Ponti, promosso dalla ONG ARCS in Senegal per sostenere i piccoli produttori nella lotta contro la desertificazione, lo spopolamento e per differenziare le attività produttive.
Storicamente luogo di immigrazione dall’Africa Occidentale, il Senegal è ormai diventato un paese d’emigrazione. Tra i fattori che spingono a migrare, la scarsità di opportunità di impiego dignitoso, i cambiamenti climatici, la desertificazione e il conseguente deterioramento dell’ambiente. Dalle statistiche demografiche si evince che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni e nella fascia d’età dai 20 ai 54 anni c’è un evidente deficit di popolazione maschile che migra altrove. Inoltre, un grave problema sociale è quello dei Talibè: minori provenienti da famiglie povere in aree rurali che vengono affidati alle Daara (scuole coraniche) e in cambio di vitto e alloggio sono costretti a mendicare. Infine, la discriminazione di genere nell’attribuzione di incarichi professionali qualificati e la scarsa capacità di assorbimento del mercato del lavoro ostacolano l’impiego femminile.
Questi giorni conclusivi del progetto sono ricchi di occasioni festa e di condivisione in cui, insieme ai partner di progetto, ai produttori, e alle tante organizzazioni della società civile attive sul territorio e alle autorità locali (Comuni, Camere dei Mestieri, ANPEJ) coinvolte nel percorso, abbiamo voluto creare una vetrina per portare a conoscenza delle comunità i risultati concreti del lavoro svolto insieme.
È stata un’occasione di scambio per capire insieme da dove ripartire, interrogandoci sui diversi ruoli degli attori coinvolti nella promozione di dinamiche di sviluppo locale.
Da oggi è possibile scaricare il 730 precompilato. Con la Guida alla Dichiarazione dei Redditi 2019 di Dokita onlus hai tutto ciò che ti sapere per sfruttare al meglio le detrazioni fiscali.
Per la dichiarazione dei redditi 2019 Dokita onlus ha preparato uno strumento utile e agevole per aiutarti a scoprire tutte le novità fiscali di quest’anno e per tenere sotto controllo le tue scadenze. La dichiarazione precompilata è n line a partire da oggi 15 aprile: termine ultimo per presentarla fissato al 7 luglio, se ci si rivolge al sostituto d’imposta, e al 23 luglio negli altri casi. Per chi decide di far da sé anche quest’anno sarà a disposizione la “compilazione assistita” che consente di modificare la dichiarazione inserendo le spese aggiuntive. Se il 730 precompilato viene presentato Caf o al professionista abilitato, i controlli saranno effettuati nei loro confronti, e quindi è necessario esibire le pezze d’appoggio per avere il visto di conformità. Altrimenti le carte vanno conservate per eventuali controlli delle Entrate.
Scopri tutto ciò che ti occorre sapere per la tua dichirazione dei redditi. Per scaricarla vai su www.dokita.org/5×1000/ e compila il form online.
ROMA – In Camerun oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni ha almeno un tipo di disabilità e il 65% di loro l’ha acquisita a causa di malattie infettive come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo. Per garantire ai bambini disabili del Camerun cure mediche, terapie riabilitative, istruzione e inclusione, Dokita Onlus lancia la Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Tutti Uguali”, che si può sostenere dal 6 al 21 gennaio 2019 con un sms o chiamata al numero solidale 45582.
Cento milioni di bambini disabili. Nel mondo, più di 100 milioni di bambini sono disabili e rappresentano uno dei gruppi più emarginati ed esclusi di molte società. Ogni giorno sono costretti a fare i conti con la discriminazione e con la mancanza di politiche e leggi adeguate, che nega loro il diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione e in alcuni casi perfino alla sopravvivenza. La disabilità li rende fragili e vulnerabili, esponendoli quattro volte in più, rispetto ai loro coetanei, al rischio di subire maltrattamenti fisici e psicologici. In particolare, in Camerun, oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità causata, per il 65% di loro, da malattie infettive non ancora debellate come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo.
Ma i bambini, sono davvero tutti uguali? In realtà, essere un bambino disabile in Camerun significa, nella maggior parte dei casi, non avere la possibilità di accedere ai servizi medici, non poter frequentare la scuola e non poter ricevere un’adeguata nutrizione. Sono bambini “invisibili”, condannati ad un futuro di emarginazione e abbandono, soprattutto perché spesso sono proprio le famiglie ad allontanarli, sia per mancanza di risorse economiche, sia a causa di retaggi culturali. Eppure nel sud del Camerun ci sono tre posti speciali dove, con cura e dedizione, si lavora tutti i giorni affinché i bambini siano davvero “tutti uguali”, nonostante la disabilità e l’estrema povertà. Sono i Centri gestiti da Dokita Onlus, che da oltre trent’anni è presente in Camerun per garantire cure e inclusione ai bambini disabili, promuovendo la loro piena partecipazione alla vita socio-economica e culturale della comunità, tramite la riabilitazione e la prevenzione socio-sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione professionale.
I progetti di Dokita. «La capacità di una società di includere i propri membri più vulnerabili e svantaggiati, come le persone con disabilità – dice Mario Grieco, Direttore di Dokita Onlus – dà la misura del grado di maturazione e di sviluppo della società stessa. Questo è ancor più vero se riflettiamo sul fatto che la disabilità è innanzitutto un fenomeno relativo, non assoluto, nel senso che una persona può essere considerata disabile a seconda di come la società vive le capacità di un individuo e a seconda delle barriere, fisiche, culturali e mentali, che essa stessa crea o abbatte al fine di rendere la propria comunità più inclusiva e accogliente. Con la campagna Tutti Uguali – dice ancora Grieco – Dokita oltre a sostenere e concretamente dei progetti a favore delle persone più vulnerabili in Camerun, intende anche invitare tutti i cittadini italiani ad una riflessione sui concetti dell’uguaglianza della parità e dell’inclusione sociale che devono essere posti a fondamento del nostro vivere sociale»
I centri creati in Camerun. A Sangmelima, in particolare, c’è il Foyer de l’Esperance, un centro sanitario realizzato nel 1982 da Dokita Onlus, che ogni anno accoglie stabilmente in regime residenziale 50 bambini con disabilità motorie, che altrimenti non avrebbero un luogo dignitoso in cui vivere. Dal 1997 il Foyer è gestito da Suor Laura Figueroa, infermiera missionaria della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, ed è inoltre dotato di un centro fisioterapico che è diventato il punto di riferimento per le terapie riabilitative di tutta la regione circostante per assistere bambini e adulti con disabilità motoria. A Ebolowa c’è il Foyer Père Monti, realizzato nel 1984 per sostenere e assistere minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e motorie che, oltre ad essere dotato di un centro audiometrico e di una sala di riabilitazione fisioterapica, gestisce anche una scuola con personale specializzato nell’insegnamento a persone diversamente abili. E infine, a Yaoundè, c’è il Centro Promhandicam, che gestisce l’unica scuola integrata per bambini ciechi in Camerun, ai quale viene insegnato il metodo Braille. Complessivamente queste strutture offrono assistenza a più di 5.000 persone con disabilità ogni anno, tra adulti e bambini.
I laboratori per le protesi. I progetti che Dokita porta avanti in Camerun sono volti ad offrire supporto integrale ai disabili, offrendo loro servizi di assistenza e di cura della persona, ma anche di empowerment, affinché essi possano partecipare attivamente alla vita sociale ed economica della loro comunità. Per raggiungere questo obiettivo, Dokita ha dato vita a due laboratori per la realizzazione di protesi e ortesi, presenti rispettivamente nel Centro Promhandicam di Yaoundè e nel Foyer de l’Esperance di Sangmelima, che sono stati attrezzati con strumentazioni professionali nel 2008 grazie ad un finanziamento della Cooperazione Italiana. Insieme all’attività di potenziamento dei due Centri, è stata inoltre avviata un’attività di formazione per la realizzazione delle protesi stesse. Attualmente, uno dei tecnici impiegati all’interno di uno dei laboratori è Joseph, un giovane affetto da disabilità fisica.
L’impegno della Onlus nel mondo. Dokita Onlus nasce nel 1988 in onore di Fratel Clemente Maino, missionario della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione che, nel 1970, si recò in Camerun per dare assistenza ai malati e diede vita alla prima comunità Concezionista in Africa. Il nome dell’Associazione ha origine proprio dal soprannome che gli fu dato dalla gente del posto, infatti in lingua bulu (dialetto dell’Africa Centrale) Dokita significa “Dottore”. Attualmente Dokita Onlus opera in 14 Paesi (Camerun, Congo R.D., Kenya, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Bolivia, Brasile, Honduras, Perù, India, Filippine, Albania e Italia) e 4 continenti prestando soccorso ogni anno a più di 20mila persone, di cui 7.000 con disabilità, alle quali assicura assistenza sanitaria, istruzione e cibo tramite le proprie strutture fisioterapiche, le scuole speciali e i centri di accoglienza.
Ambulatori, dispensari, sicurezza alimentare. Tra le molte attività portate avanti, strutture sanitarie, dispensari medici, ambulatori e centri ospedalieri per offrire assistenza medica alle persone più povere e/o in particolari condizioni di disagio sociale; strutture di accoglienza per minori orfani e/o abbandonati, ragazzi di strada, minori disabili e/o con esigenze particolari; strutture educative per favorire l’alfabetizzazione dei minori in condizioni di disagio sociale psichico o fisico; progetti volti a favorire il reinserimento sociale dei carcerati, con particolare attenzione alle donne con figli; programmi per la sicurezza alimentare fra i minori. Proprio ai disabili l’organizzazione dedica da sempre un’attenzione particolare in Camerun, ma anche in India, nelle Filippine e in Albania. Nel portare avanti tale obiettivo, Dokita onlus mira altresì a creare una cultura del volontariato, della cooperazione, della solidarietà, della tolleranza, della pace e dell’uguaglianza, nel totale rispetto delle diversità.
Terzo evento pubblico del progetto “Natur-Ability: percorsi di inclusione sociale in favore di giovani con disabilità nel territorio dell’Agro Pontino”, finanziato dalla Regione Lazio e promosso dall’Associazione Volontari Dokita onlus, in partenariato con le associazioni Demetra, HAbitaTerra e Articolo Ventiquattro.
Il 4 dicembre presso la sede dell’Associazione di Promozione Sociale Demetra, che è presente sul territorio di Terracina da alcuni anni ed è impegnata nell’attivazione di interventi rivolti a persone in condizione di disagio sociale e/o di fragilità psicofisica, sono stati accolti gli studenti e i professori degli Istituti Scolastici di Terracina: I.T.S. “A. Bianchini”, I.P.S. “Filosi” e il Liceo Statale “Leonardo da Vinci.
Tutti i 14 ragazzi del progetto Natur-Ability, che operano sin dal mese di maggio 2018 sia presso l’azienda agricola di Sabaudia che presso il laboratorio alimentare nella sede dell’associazione Demetra, sita in via Amati a Terracina, hanno potuto condividere con più di 60 studenti e i professori che li hanno accompagnati, le loro esperienze di formazione, evidenziando abilità e competenze acquisite in questi mesi nelle tecniche agricole e nei processi di trasformazione alimentare.
Per tutta la mattinata i ragazzi degli Istituti scolastici suddivisi in tre gruppi, si sono alternati nella visita partecipando alla presentazione del progetto, esposto direttamente dai singoli protagonisti, che con entusiasmo e precisione hanno descritto le fasi del loro lavoro, l’impegno sostenuto e i prodotti ottenuti, come le composte di frutta e verdura, i dolci e le torte rustiche. Al termine di ogni incontro gli studenti degli Istituti scolastici hanno avuto prova della bravura dei ragazzi impegnati nel progetto degustando alcuni dei loro dolci e preparati alimentari.
Giornate di incontro come queste in cui gli attori del progetto, gli studenti, i professori e gli esperti del settore s’incontrano tutti insieme, offrono occasioni di riflessione e approfondimento riguardo la tematica dell’inclusione sociale ampliando sensibilità e consapevolezze personali e collettive.
Nelle ultime settimane si è parlato in tutto il mondo delle cosiddette carovane di migranti partite dall’Honduras e da altri paesi del Centro America e dirette verso gli Stati Uniti. Le attenzioni mediatiche che hanno ricevuto sono dipese in parte dal grande numero di persone – diverse migliaia – che hanno partecipato alle ultime carovane. Il presidente USA Donald Trump ne ha fatto un tema centrale della campagna elettorale per le elezioni di metà mandato. Trump e diversi suoi sostenitori e media vicini alla sua amministrazione hanno sostenuto che le carovane fossero una minaccia imminente e molto pericolosa per la sicurezza nazionale statunitense, anche per la presunta presenza (mai provata e anzi smentita dai giornalisti sul posto) di terroristi provenienti dal Medio Oriente.
Al di là dell’uso che ne ha fatto Trump per la sua campagna elettorale, cosa sta realmente accadendo in centro America di così grave da provocare queste carovane di migranti?
Le cause della migrazione sono molteplici ma certamente la poverta´ e il grave fenomeno della violenza sono le ragioni principali che costringe migliaia di persone a dover migrare. Purtroppo questo fenomeno ha sempre caratterizzato la regione del Centro America ma negli ultimi mesi sembra essersi aggravato a tal punto da essere ormai fruoi controllo. I principali paesi al centro di questo fenomeno sono maggiormente El Salvador, l’Honduras e il Guatemala.
La presenza di potenti gang criminali in questa zona di America, come detto, non è una novità. e maras (come sono chiamate le gang criminali locali) uccidevano per questioni legate ai tradizionali meccanismi dei cartelli della droga o per imporre al territorio la cosi´detta impuesto de guerra (tassa di guerra), oggi qualcosa sembra essere cambiato. Oggi le maras e bande criminali sequestrano e minacciano la comunità creando terrore tra la popolazione.
Dunque è la violenza la causa principale delle carovane di migranti. Le due maras principali tra cui MS-13 e Barrio 18, hanno letteralmente schiacciato la popolazione locale rendendo impossibile una convivenza pacifica. Secondo un rapporto di MSF del 2017 l’Honduras sta sperimentando dei «livelli di violenza senza precedenti per una zona non in guerra». «I cittadini sono uccisi con impunità, e i sequestri e le estorsioni sono all’ordine del giorno». Per le donne la situazione è spesso ancora più critica: numerosissimi sono i casi di stupro e secondo il Centro per i diritti delle donne dell’Honduras, nel paese viene uccisa una donna ogni 16 ore, il tasso più alto registrato nel mondo.
Molte delle persone che nelle ultime settimane si sono unite alle carovane di migranti dirette verso gli Stati Uniti, quindi, l’hanno fatto principalmente per scappare dalle violenze subite nei loro paesi.
Per il momento non sembra che la forza di queste gang possa essere messa in discussione dai governi nazionali bloccati dalla corruzione e incapaci di trovare delle soluzioni per ridurre il potere dei gruppi criminali.
Il lavoro di Dokita in Honduras e nella regione del Centro America
Dokita opera in Honduras dai primi anni del 2000 e la prima area d’intervento è stata la Capitale, Tegucitalpa, caratterizzata da grande povertà, esclusione sociale e altamente soggetta a disastri naturali, quali uragani e alluvioni. Le prime attività sono state avviate nelle baraccopoli diCataluna, Emanuel e FuerzaUnidas, caratterizzate da assenza di acqua potabile, reti fognarie e ambulatori. I progetti si sono concentrati quindi nell’ambito sanitario e idrico, che in prevenzione dei disastri naturali. In particolare sono state realizzate attività di costruzione di ambulatori sanitari e di formazione di medici nei villaggi vicini alla grande discarica della città, costruzione di latrine nelle aree marginali più povere, realizzazione di centri di accoglienza post-disastro e formazione di equipe di pronto intervento per i disastri naturali.
Nel 2015 Dokita ha avviato un programma di intervento nel settore carceri con diversi interventi a favore dei detenuti del Penitenziario Maschile di Tegucigalpa e delle detenute del carcere femminle. I progetti sono stati mirati a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e delle detenute tramite interventi strutturali come ristrutturazione edile e miglioramento dei servizi di base offerti negli istituti penitenziari; attività formative e riabilitative e programmi di formazione professionale delle guardie carcerarie.
Nel 2016 Dokita ha iniziato un progetto co-finanziato dall’Unione Europea ¨Accesso alla giustizia di gruppi vulnerabili in Honduras”, all’interno del programma Eurojusticia, occupandosi del rispetto dei diritti umani dei reclusi e dei loro familiari, progetto che oltre a includere opere di miglioramento in istituti penali, formazione dei custodi, corsi formativi e allestimento di laboratori per i detenuti. Infine si occupa di rafforzare le Giunte Locali Contro la Tortura, uno dei pochi spazi dove la societa´civile puo´ far sentire la sua voce e intervenire di fronte aggli innumerevoli abusi e violazioni. Infine il progetto appoggia lo sviluppo di modalita´alternative come quello della giustizia restaurativa.
Nel 2018 è stato avviato il progetto “Minori e Giustizia” volto a promuovere percorsi di pena alternativi al carcere per minori in conflitto con la legge, migliorare il sistema della detenzione preventiva e incrementare le opportunità di riabilitazione dei giovani.
In collaborazione con le associazioni Demetra di Terracina, HAbitaTerra di Sabaudia e Articolo Ventiquattro di Fondi, l’Associazione Volontari Dokita onlus sta gestendo il progetto Natur-Ability: percorsi di inclusione sociale in favore di giovani con disabilità nel territorio dell’Agro Pontino, finanziato nell’ambito dell’Avviso Pubblico della Regione Lazio – Direzione Regionale Formazione, Ricerca, Innovazione, Scuola Università e Diritto allo Studio denominato “Presa in carico, orientamento e accompagnamento per l’inclusione sociale attiva” a valere sul POR FSE Lazio 2014-2020.
Nello specifico, il progetto Natur-Ability, che ha avuto formalmente inizio nel mese di marzo 2018 attraverso la selezione dei partecipanti, sta erogando in favore di 15 giovani con disabilità:
– percorsi di terapia occupazionale con attività formative in materia di tecniche agricole e di allevamento a Sabaudia;
– un laboratorio di trasformazione dei prodotti alimentari a Terracina in cui i ragazzi apprendono l’utilizzo di un Banco Multifunzionale di ultima generazione per produrre diversi elaborati (confetture, sott’oli, sott’aceti, conserve, etc.) valorizzando prodotti tipici della tradizione gastronomica del territorio pontino;
– due laboratori di educazione alimentare e cucina;
– un servizio continuo di sostegno psicologico e counselling familiare
– un servizio di counselling legale e orientamento al lavoro.
Per garantire un impatto territoriale più ampio e una maggiore conoscenza delle attività e dei risultati raggiunti dal progetto, Natur-Ability prevede anche la realizzazione di eventi pubblici di condivisione e sensibilizzazione ed è proprio per questo che i nostri ragazzi stanno organizzando per domenica 21 ottobre l’evento “Fuori di Zucca”.
L’evento “Fuori di Zucca” si terrà Domenica 21 ottobre 2018 presso la sede di HAbitaterra in via Litoranea KM 20 Sabaudia (LT).
A partire dalle 10:30 vi aspettiamo con laboratori, testimonianze e un goloso bruch per stare insieme ai ragazzi del progetto Natur-Ability e condividere quanto fatto finora.
Lo stato indiano del Kerala è stato investito da una violenta alluvione nel mese di agosto, la più grave degli ultimi 100 anni.
I fiumi hanno straripato per via delle fortissime piogge monsoniche e l’acqua ha sommerso campi, case e strade. Ci sono danni a circa 10 mila chilometri di strade. Gran parte del raccolto per l’anno prossimo è finito sott’acqua.
Oltre 400 persone sono morte e 300 mila persone hanno perso tutto e vivono nei campi profughi.
Le operazioni di soccorso e assistenza vengono portate avanti in mezzo a grandi difficoltà, a causa dell’inaccessibilità di alcune zone. In certi casi, cibo e acqua vengono lanciati dagli elicotteri, essendo stati distrutti strade e ponti.
Anche Papa Francesco ha pregato per le vittime e perché “non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il concreto sostegno della comunità”.
Noi di Dokita per supportare le migliaia di persone colpite, abbiamo lanciato una raccolta fondi straordinaria! Scopri come sostenere: https://www.dokita.org/emergenza-kerala/
Buone Vacanze a tutti i nostri amici, sostenitori, collaboratori e volontari!
I nostri uffici saranno chiusi dal lunedì 6 agosto 2018 a venerdì 24 agosto 2018.
Ci rivediamo al rientro dalle vacanze con nuovi progetti e diverse novità.
A partire da quest’anno è disponibile un nuovo servizio dedicati a tutti i nostri sostenitori. Si tratta della nuova Area Riservata nata per facilitare le principali operazioni legate alle donazioni. E’ un piccolo passo in avanti che ci auguriamo possa rendere il sostegno verso la nostra associazione ancora più soddisfacente.
Di cosa si tratta?
Si tratta di un area riservata online da cui si può accedere dalla pagina www.dokita.org/area-riservata/. Entrando nell’area riservata sarà possibile consultare lo storico delle proprie donazioni e scaricare direttamente online il documento di riepilogo delle donazioni effettuate. Sarà quindi possibile stampare in piena autonomia il documento da presentare al proprio CAF/Commercialista.
Come si accede?
Per accedervi è necessario effettuare il login inserendo le proprie credenziali di accesso. È possibile trovare le proprie credenziali nella card sostenitore inviata all’inizio dell’anno.
Se non hai ricevuto la card con le credenziali di accesso o per eventuali dubbi relativi al login dell’area riservata, puoi contattare Giulia Rodriguez del nostro ufficio sostenitori dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 al numero 06/66155158, oppure scrivere a comunicazione@dokita.org.
Sono arrivati in Italia scappando da guerre, carestie e povertà. Hanno chiesto asilo al nostro Paese, ma oggi sono loro ad offrire sostegno ai sedici ragazzi con disabilità intellettiva e motoria delle Fattoria Sociale Montepacini di Fermo. Armati di pala e zappa, diciotto richiedenti asilo dello Sprar e del Cas (centro di accoglienza straoridinaria) del Comune lavorano ogni giorno i 13 ettari di terra, messi a disposizione dalla cooperativa La Talea e dalla onlus La Fattoria Sociale. Una storia di amicizia e accoglienza reciproca: i migranti hanno la possibilità di dare un contributo concreto all’intera comunità e, allo stesso tempo, riscoprono il calore e la gioia di far parte di una piccola famiglia. Michele, Vanessa e gli altri ragazzi ospiti del centro sono riusciti a restituire un senso di appartenenza a chi ha lasciato per sempre la propria patria.
Dopo il terremoto che ha devastato il centro Italia, Dokita si è immediatamente attivata per avviare una raccolta fondi da destinare all’assistenza delle persone con disabilità ospitate nel centro socio-educativo e riabilitativo della Fattoria Sociale Montepacini. Grazie al denaro raccolto, la struttura ha potuto proseguire le sue attività e ad accogliere anche due giovani disabili provenienti da Visso.
“Il progetto ha l’obiettivo di inserire i richiedenti asilo, che hanno dai 18 ai 40 anni, in un percorso formativo sull’agricoltura sociale”, spiega Marco Marchetti, portavoce della Fattoria Sociale. Insieme ai ragazzi con disabilità, i migranti lavorano la terra, potano gli alberi, fanno lavori di manutenzione e si dedicano all’orto. Tra poco torneranno ad occuparsi degli animali che hanno dovuto dare via dopo che il terremoto ha distrutto i loro ricoveri. “I migranti hanno costruito una recinzione per le galline e presto inaugureremo anche uno spazio per accogliere i cavalli e somari”.
Partecipano anche a laboratori musicali, di cucina e sul cioccolato. “I richiedenti asilo cucinano spesso per noi: i risultati non sempre apprezzati da tutti, ma è momento di condivisione e di convivialità a cui nessuno vuole rinunciare”. Ma non solo. “Abbiamo creato una squadra di calcio, la Soccer Dream Montepacini. Tre ragazzi, provenienti da Gambia, Costa D’Avorio e Niger, sono diventati un punto di riferimento per tutti i nostri calciatori. La loro sensibilità permette ai nostri ragazzi con disabilità di esprimersi al meglio anche sotto il profilo sportivo. Noi non facciamo un campionato speciale per disabili, le squadre che affrontiamo sono formate da normodotati: per questo i nostri successi valgono doppio”.
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