Cittadini del mondo e cittadinanza italiana
In questo articolo vi proponiamo un approfondimento su un tema molto dibattuto dai media italiani negli ultimi mesi: parliamo della proposta di legge sul cosiddetto ius soli, ossia quel complesso di norme che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana per chi nasce in Italia.
Come è facile comprendere parliamo di un argomento che divide radicalmente l’opinione pubblica e che spesso viene trattato, ci permettiamo di dire, con troppa superficialità e senza una conoscenza completa ed approfondita della questione. Perciò, nelle righe che seguono, grazie all’aiuto dell’Avv. Elio Zappone, cercheremo di chiarire i diversi aspetti dello ius soli affinchè voi sostenitori e lettori possiate farvi un’opinione più consapevole ed informata.
Difatti i risvolti giuridici sul tema dell’acquisizione della cittadinanza italiana sono molto complessi. Partiamo con il dire che il nostro sistema già prevede diversi meccanismi di acquisizione della cittadinanza italiana. Vedremo a seguire quali sono e cosa avrebbe cambiato il DDL n. 2092, approvato dalla Camera dei Deputati, qualora fosse stato approvato anche al Senato. Secondo le norme in vigore oggi la cittadinanza italiana si acquista in modo automatico oppure attraverso un atto volontario.
I casi di acquisizione automatica della cittadinanza sono i seguenti:
- per filiazione. Se si è figli di padre o madre già cittadini italiani (cd. ius sanguinis);
- per adozione. Quando un minore straniero viene adottato da un cittadino italiano;
- per nascita in territorio italiano da genitori ignoti o apolidi.
L’acquisizione, o la concessione, della cittadinanza italiana avviene, invece, volontariamente (previa richiesta) in caso di:
- matrimonio con cittadino italiano, ma solo in presenza di determinate condizioni (es. 2 anni di convivenza e residenza legale in Italia successivi al matrimonio);
- naturalizzazione (residenza legale in Italia per 4 anni in caso di comunitari e per 10 anni in caso di extracomunitari, con un determinato reddito minimo e in assenza di pericolosità);
- nascita in territorio italiano da genitori stranieri se, al compimento del 18° anno, si dimostra di aver risieduto legalmente e ininterrottamente in Italia fin dalla nascita.
Nel 2016, in base ai dati Istat, circa 205.000 stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana. Qualora fosse stato approvato il Ddl 2092 le modalità di acquisizione della cittadinanza sarebbero modificate introducendo tre nuove modalità, lo ius soli temperato, lo ius culturae e la naturalizzazione.
In base allo ius soli temperato, acquisterebbe la cittadinanza italiana chi è nato in Italia da genitori stranieri se almeno uno dei due genitori è un cittadino comunitario con permesso di soggiorno permanente oppure è un cittadino extracomunitario con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (in entrambi i casi si tratta di soggetti regolarmente residenti in Italia da almeno 5 anni). La richiesta, in questo caso, deve essere presentata da un genitore entro il compimento del 18° anno di età del figlio. In questo caso non vi è discrezionalità amministrativa, vale a dire che la cittadinanza è automaticamente acquistata in presenza dei suddetti requisiti. È importante evidenziare che questa fattispecie è diversa dallo “ius soli” puro, secondo il quale chiunque nasca in un determinato Stato acquisisce automaticamente la cittadinanza di quello Stato (è il caso degli USA).
In pratica, grazie allo ius soli temperato, a differenza di quanto già in vigore, potranno potenzialmente acquistare la cittadinanza sia i minorenni stranieri nati in Italia che avrebbero comunque preso la cittadinanza italiana al compimento del 18° anno di età, sia quelli che invece non avrebbero potuto prenderla perché non hanno risieduto in Italia continuativamente e legalmente fino al compimento del 18° anno. Si tratta, secondo una stima, di circa 600.000 persone al momento dell’eventuale approvazione della legge e di circa 45.000 persone per ogni anno successivo.
In base allo “ius culturae”, invece, acquisterebbe la cittadinanza italiana, previa richiesta al comune entro il 18° anno di età fatta da un genitore, il minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del 12° anno di età e che abbia frequentato regolarmente la scuola in Italia per almeno 5 anni completando un ciclo di studio o, in alternativa, che abbia frequentato percorsi di formazione professionale almeno triennali e ha conseguito una qualifica professionale. Anche in questo caso non vi è discrezionalità amministrativa e l’acquisizione della cittadinanza è automatico in presenza dei suddetti requisiti.
In pratica, grazie allo ius culturae potranno potenzialmente acquisirla cittadinanza oltre ai minorenni stranieri nati in Italia che avrebbero comunque preso la cittadinanza italiana al compimento del 18° anno di età e a quelli che invece non avrebbero potuto prenderla perché non hanno risieduto in Italia continuativamente e legalmente fino al compimento del 18° anno, anche i minorenni stranieri entrati in Italia entro il compimento del 12° anno di età che avrebbero potuto prendere la cittadinanza soltanto dopo 10 anni di residenza e in presenza di determinati requisiti (es. requisiti reddituali).
Per quanto concerne la cittadinanza per naturalizzazione prevista dal Ddl 2092, infine, diventerebbe cittadino italiano, previa richiesta da parte dello stesso, anche lo straniero che ha fatto ingresso in Italia tra il 12° e il 18° anno di età se vi risiede legalmente da almeno sei anni e se ha completato un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale con il conseguimento di una qualifica professionale. In questo caso, sussiste la discrezionalità amministrativa e si parla, infatti, di concessione e non di acquisizione della cittadinanza.
Grazie alla nuova naturalizzazione, in pratica, potranno potenzialmente acquisire la cittadinanza i maggiorenni stranieri entrati in Italia tra il 12° e il 18° anno di età che altrimenti avrebbero potuto prendere la cittadinanza soltanto dopo 10 anni di residenza e soltanto in presenza degli altri requisiti previsti dalla legge (es. requisiti reddituali). Tra ius culturae e nuova naturalizzazione si tratta, secondo una stima fatta, di circa 178.000 persone al momento dell’approvazione della legge, e di circa 10.000 persone per ogni anno successivo.
Sono arrivati i primi 200 libri per la scuola primaria Foua 2 di Nguéniène in Senegal.
Dokita, con la partecipazione di Caritas Italia, ha avviato un progetto che mira a creare una biblioteca all’interno della scuola. I bambini avranno così la possibilità di avvicinarsi alla lettura ed allargare le proprie conoscenze. Oltre alla costruzione e al rifornimento della biblioteca, il progetto prevede anche la formazione dei 5 insegnanti sulla corretta gestione del servizio di prestito dei libri per bambini. Il progetto si inserisce in un più ampio intervento di Dokita a favore di questa scuola, già intrapreso attraverso un supporto nutrizionale che prevede la distribuzione di un pasto quotidiano agli alunni della scuola per tutta la durata dell’anno scolastico.
L’Oms ha dichiarato la fine dell’emergenza ebola in Congo. Una buona notizia nonostante resti drammatica la situazione politica nel Paese: da ottobre sono morte 3.300 persone.
Finalmente una buona notizia per la Repubblica Democratica del Congo: l’Oms, l’agenzia dell’Onu che si occupa di sanità, ha dichiarato la fine dell’epidemia di ebola nel Paese. Lo scorso maggio si erano verificati tredici casi sospetti, di cui quattro confermati. Dopo 42 giorni, il virus mortale è stato fermato e l’emergenza è rientrata. Dal 2014 i morti in tutto il mondo sono stati più di 10.000 su oltre 28mila contagi accertati. “Con la fine di questa epidemia, la Repubblica Democratica del Congo ha dimostrato ancora una volta al mondo che possiamo controllare il virus mortale Ebola se rispondiamo presto in modo coordinato ed efficiente”, ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms.
A preoccupare in Congo resta l’instabilità politica. Continuano le violenze perpetrate della milizia Bana Mura, costituita per combattere i ribelli di Kamwina Nsapu e finanziata dall’esercito congolese: da ottobre 2016 sono morte 3.300 persone. Secondo un rapporto pubblicato dalla Nunziatura apostolica a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, sono state ritrovate 42 fosse comuni con all’interno migliaia di cadaveri, mentre 20 villaggi sono stati completamente rasi al suolo. L’Onu ha confermato la notizia e dichiarato che sono state commesse violenze atroci nei confronti di donne e bambini. Gli sfollati nell’ultimo anno sono stati 922mila, una cifra superiore a quello registrato in Siria e in Iraq. Si tratta del più alto numero di spostamenti forzati causati da conflitti mai registrato in un solo anno.
Nonostante la difficile situazione, Dokita continua ad operare in Congo sostenendo due case di accoglienza per i minori e un istituto scolastico che accompagna gli alunni dalle scuole elementari fino alla maturità. Dal 1999 è stato avviato un programma di sostegno a distanza rivolto ai bambini di strada, mentre nel 2006 è stato costruito il poliambulatorio Ngondo Maria (a Makala), grazie al progetto di ampliamento co-finanziato da Dokita Trenito Alto Adige e dalla Provincia Autonoma di Trento.
Rinascere dopo il terremoto si può. Sabato 17 giugno, istituzioni, associazioni e rappresentanti del mondo agricolo, si sono riuniti nella Fattoria Sociale Montepacini per inaugurare le nuove strutture acquistate da Dokita dopo il sisma del 24 agosto.
A tagliare il nastro è stato il vice ministro dell’Agricoltura Andrea Olivero. Hanno partecipato all’evento anche il senatore Verducci, il sindaco di Fermo Calcinaro e Ilaria Tognella del Forum dell’Agricoltura Sociale.
Dopo il sisma che ha devastato il centro Italia, Dokita, in collaborazione con il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, ha attivato una raccolta fondi per accogliere e assistere persone con disabilità nella Fattoria Sociale Montepacini. In totale sono stati raccolti circa 15.000 euro che hanno permesso agli operatori della Fattoria Sociale di continuare a seguire 16 ragazzi e di accogliere bambini e adulti sfollati provenienti da varie zone delle Marche, fornendo loro attività ludico ricreative e un servizio mensa. Dokita ha acquistato un forno a legna in sostituzione dell’antico forno irrimediabilmente danneggiato dal sisma del 24 agosto e tre pollai. Alcuni ricoveri degli animali ospitati nella Fattoria Sociale era stati, infatti, dichiarati inagibili dopo il terremoto. È stato infine avviato un percorso educativo finalizzato all’inserimento lavorativo di 100 ragazzi con diverse forme di disagio.
Durante la giornata di sabato si è svolta una tavola rotonda su “Il ruolo dell’agricoltura sociale per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto” a cui hanno partecipato, tra gli altri, Irene Tognella, responsabile Comunicazione e Foundraising di Dokita, il viceministro Andrea Olivero, Marco Marchetti della Ass. Fattoria sociale Montepacini, l’onorevole Massimo Fiorio, primo firmatario della legge nazionale 141/2015 sull’agricoltura sociale, don Franco Monterubbanesi, fondatore della Comunità di Capodarco. Uno spazio di confronto sul ruolo che l’agricoltura sociale può avere per la ricostruzione, per la sua capacità di ricostruire oltre al tessuto economico, comunità e servizi indispensabili per le persone più svantaggiate.
È stato piantato anche il primo albero del “Bosco della Rinascita”, che con il tempo si arricchirà di piante donate da ogni parte d’Italia. L’evento è proseguito con il panel “Agricoltura Sociale e Dopo di noi” a cura di don Franco Monterubbianesi; con lo Show Cooking a cura del C.P.F.P. Alberghiero di Amatrice, dell’Istituto alberghiero “Antonio Nebbia” di Loreto e dell’I.P.S.S.A.R. “Luigi Einaudi” di Porto Sant’Elpidio. C’è stato spazio anche per lo sport col triangolare di calcio che ha visto scendere in campo, la Soccer Dream Montepacini, la Nazionale italiana contadini e la rappresentativa degli amministratori regionali, provinciali e comunali.
A fare da cornice gli stand gastronomici con prodotti biologici e provenienti dalle aziende del Fnas-Marche.
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Una giornata di festa organizzata dalla Fattoria Sociale di Montepacini per promuovere il ruolo dell’agricoltura sociale per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto.
Si terrà il giorno 17 giugno presso la Fattoria Sociale delle Ragazze e dei Ragazzi di Fermo (Montepacini) la Festa Nazionale dell’Agricoltura Sociale.
Una intera giornata di festa per inaugurare le nuove strutture danneggiate dal terremoto acquistate da Dokita e presentare i nuovi laboratori rivolti ai ragazzi con disabilità ospitati dalla Fattoria Sociale. Durante l’evento saranno organizzate attività ludiche per i bambini, partite di calcio e spettacoli teatrali e sarà offerta una degustazione di prodotti culinari provenienti dalle aziende biologiche locali.
Saranno presenti all’iniziativa istituzioni locali e regionali, rappresentanti del mondo agricolo e sociale e tutti gli ospiti ed amici della Fattoria. Tra i partecipanti anche il vice ministro alle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero.
Vi aspettiamo per festeggiare insieme a noi la rinascita dopo il terremoto!
Secondo il rapporto del Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), nell’ultimo anno nella Repubblica Democratica del Congo il numero di profughi ha superato quello registrato in Siria e in Iraq.
Sono 922mila gli sfollati nell’ultimo anno nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), un numero superiore a quello registrato in Siria e in Iraq. A dirlo è il rapporto del Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), secondo cui nel 2016 sarebbero 824mila i profughi in Siria e 659mila in Iraq. Si tratta del più alto numero di spostamenti forzati causati da conflitti mai registrato in un solo anno.
Chi scappa per mettersi in salvo dagli scontri in corso tra milizie ribelle e forze di sicurezza governative deve attraversare a piede le foreste, arrivando senza cibo e acqua alla frontiera. Solo nelle ultime settimane sarebbero oltre 11mila le persone che hanno oltrepassato i confini dell’Angola, fuggendo dalle violenze a Kasai, provincia centrale del Congo. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha ottenuto l’apertura delle frontiere da parte dell’Angola e ora sta negoziando con il governo l’apertura di nuovi centri di accoglienza.
Nonostante la difficile situazione, Dokita continua ad operare in Congo sostenendo due case di accoglienza per i minori e un istituto scolastico che accompagna i ragazzi dalle scuole elementari fino alla maturità. Dal 1999 è stato avviato un programma di sostegno a distanza rivolto ai bambini di strada, mentre nel 2006 è stato costruito il poliambulatorio Ngondo Maria (a Makala), grazie al progetto di ampliamento co-finanziato da Dokita Trenito Alto Adige e dalla Provincia Autonoma di Trento.
Domenica 21 maggio si svolgerà alla Fattoria Sociale Montepacini la Festa della Biodiversità. Con l’occasione saranno inaugurati i pollai e il forno distrutti dal terremoto.
Una festa per inaugurare le strutture danneggiate dal terremoto nella Fattoria Sociale Montepacini, in provincia di Fermo. L’iniziativa si svolgerà il 21 maggio durante la Festa della Biodiversità, dove saranno presenti, tra gli altri, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, Ilaria Signoriello del Forum Nazionale Agricoltura Sociale e Irene Tognella, responsabile Comunicazione e Fundraising di Dokita.
Dopo il sisma che ha colpito le Marche, Dokita, in collaborazione con la Comunità di Capodarco e il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, ha attivato una raccolta fondi da destinare all’accoglienza e all’assistenza delle persone con disabilità ospitate nella Fattoria. Domenica saranno inaugurati i pollai e il forno acquistati da Dokita con il contributo dell’azienda Euro Milano. Grazie al denaro raccolto, la struttura ha potuto proseguire le sue attività e accogliere anche due giovani disabili provenienti da Visso.
La giornata inizierà alle 9.30 con laboratori, workshop e degustazioni. Nella serata, invece, ci sarà una partita di calcio tra la Soccer Dream Montepacini e la Nazionale Italiana Contadini.
La Fattoria Montepacini nasce come Centro Socio Educativo Riabilitativo diurno per giovani/adulti disabili. Successivamente, ha ampliato le sue attività, aprendo un Centro Estivo che accoglie annualmente, oltre 250 minori. I ragazzi vengono seguiti da personale specializzato nel loro percorso di fisioterapia e/o di riabilitazione a contatto con la natura e gli animali (pet therapy, onodidattica, ippoterapia, animali della fattoria). L’obiettivo è quello di promuovere l’agricoltura sociale e l’inclusione di minori e giovani adulti con disabilità.
Dall’11 al 13 maggio si svolgerà a Siracusa la terza edizione del festival Sabir, l’evento nato per ricordare la strage di Lampedusa, in cui nel 2013 persero la vita 368 persone. Tema centrale di questa edizione sarà il lavoro delle associazioni e delle ong che ogni giorno sono impegnati a salvare migranti nel Mediterraneo. Durante la presentazione del festival, promosso da Arci insieme ad Acli e Caritas italiana, con la collaborazione di Asgi, A buon diritto, Carta di Roma e Cgil, gli organizzatori hanno lanciato una “alleanza internazionale della solidarietà e dei diritti” in risposta “all’ignobile campagna mediatica di questi giorni”. Il riferimento è ai presunti legami tra organizzazioni non governative e trafficanti di esseri umani sostenuti dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e agli attacchi politici subiti dalle ong nelle ultime settimane.
Durante il festival, si svolgeranno anche degli incontri dedicati alla formazione dei giornalisti sui temi che riguardano il fenomeno migratorio. Inoltre, verranno rilanciate la campagna sulla riforma della legge sulla cittadinanza, ancora ferma al Senato, e l’iniziativa “Ero straniero” per l’abolizione della Bossi-Fini.
Dokita da anni è presente in Perù con un programma di sostegno all’infanzia S.O.S. Niños che permette a 250 bambini di avere un supporto allo studio e di usufruire di abiti e cibo gratuiti. Inoltre, ha avviato il progetto di sostegno a distanza per i piccoli della zona. La nostra cooperante Angela Castañeda Ponce ha visitato le aree colpite e portato immediati aiuti.
Dokita ha avviato anche una raccolta fondi straordinaria per aiutare le famiglie in difficoltà, distribuire scorte alimentari e finire i lavori di potenziamento della scuola di Santa Eulalia.
Il giornalista Gabriele Del Grande è libero. Dopo una detenzione in Turchia, questa mattina ha fatto ritorno in Italia. Dokita condivide la gioia della famiglia e esprime il suo sollievo per come si è conclusa la vicenda: ogni limite alla libertà di informazione e di espressione rappresenta una grave violazione alla libertà di tutti.
L’arresto
Del Grande, 35 anni, originario di Lucca, il 9 aprile è fermato in Turchia nella provincia sud-orientale di Hatay, al confine con la Siria: secondo le autorità non ha il permesso stampa per svolgere la sua attività giornalistica. Il suo obiettivo era quello di raccogliere materiale per scrivere “Un partigiano mi disse”, un libro sui profughi siriani finanziato direttamente dai lettori attraverso il crowdfunding.
La detenzione
Detenuto in un centro di espulsione, Del Grande non ha la possibilità di parlare con un avvocato né è informato sui motivi del fermo. Solo il 18 aprile riesce a chiamare casa e in segno di protesta inizia uno sciopero della fame e della sete. La Farnesina annuncia l’invio del console italiano a Mugla.
La mobilitazione
Le istituzioni italiane chiedono immediatamente il rilascio di Del Grande e il 21 aprile il giornalista incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Intanto in Italia si moltiplicano gli appelli e le manifestazioni per la sua liberazione.
Il rilascio
Ad annunciare il suo rilascio è stato il ministro degli Esteri Angelino Alfano in tweet. Gabriele è arrivato questa mattina all’aeroporto di Bologna. “Sono stato vittima di una violenza istituzionale. Quello che mi è successo è illegale, un giornalista privato della libertà mentre sta svolgendo un lavoro in un Paese amico. Un pensiero caro a tutti i detenuti e ai giornalisti che in Turchia e in altri Paesi sono in condizioni peggiori della mia. Ora vado a mangiare, dopo sette giorni di sciopero della fame ne ho bisogno”, ha detto appena sceso dall’aereo ai giornalisti. “Ancora non ho capito perché sono stato fermato. Ci tengo a dirlo che non mi è stato torto un capello e nessuno mi ha mai mancato di rispetto. Sono stato fermato da agenti in borghese. Ho saputo che sarei stato liberato stanotte”.
Chi è Del Grande
Oltre ad essere un giornalista, è anche il fondatore del blog Fortress Europe, che dal 2006 raccoglie e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti nel Mediterraneo. È la principale attività di monitoraggio del fenomeno su scala europea. Del Grande è anche il regista di “Io sto con la sposa”, docufilm del 2014 finanziato dal basso, sulla vera vicenda di un gruppo di profughi siriani accompagnati in Svezia.
Fin dal primo giorno dell’arresto, Dokita ha seguito la vicenda di Del Grande con apprensione. Negli ultimi anni, infatti, Dokita ha aumentato il suo impegno per difendere i diritti umani dei migranti, tema caro a Del Grande, e delle persone detenute: nel 2015 ha avviato un progetto per migliorare le condizioni di vita dei carcerati nel Penitenziario Maschile di Tegucigalpa in Honduras. attraverso la ristrutturazione edile e la formazione professionale. A Latina, invece, nel 2016 ha promosso la tutela dei lavoratori stranieri con il progetto IM-Formati, finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato (CESV-SPES), in cui veniva offerta assistenza legale gratuita a 50 migranti.
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