America Latina

“PICCOLE STELLE”, COLOMBIA

"Piccole Stelle" - Scuola Buesaquillo IEM Eduardo Romo

Questo progetto si svolge presso la Scuola Buesaquillo IEM Eduardo Romo e ha l’obiettivo di fornire uno spazio di partecipazione e apprendimento per bambini dai 5 ai 10 anni.

Perché “Piccole Stelle”?

Il progetto mira a promuovere lo sviluppo integrale dei bambini, offrendo un ambiente sicuro per la loro partecipazione attiva e il loro apprendimento, oltre al supporto psicosociale e nutrizionale.

Il progetto ha l’obiettivo di:

– Promuovere la partecipazione attiva dei bambini in attività educative, ricreative e culturali.

– Fornire uno spazio stimolante che favorisca lo sviluppo di abilità cognitive, sociali ed emotive.

– Agevolare l’accesso a risorse e strumenti che contribuiscano a un apprendimento significativo e all’arricchimento personale.

– Stabilire un forte legame tra la scuola, i bambini, le loro famiglie e la comunità in generale.

– Offrire supporto emotivo e nutrizionale per migliorare la salute e il benessere dei bambini e delle loro famiglie.

Fino ad oggi abbiamo constatato:

  • Un significativo aumento della partecipazione dei bambini alle nostre attività.
  • Un miglioramento dell’interazione sociale e del lavoro di squadra tra i partecipanti.
  • Un importante sviluppo di abilità artistiche e scientifiche nei bambini, evidenziato dalle loro creazioni e dai loro esperimenti.
  • Commenti positivi da parte dei genitori e dei rappresentanti, che sottolineano l’impatto del progetto sui loro figli.

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Supporto integrale ai bambini, Colombia
: In corso

Finanziatori: Donatori Privati

Contatti:
e-mail: colombia@dokita.org
cell: 3155931120

SUPPORTO MIGRANTI, COLOMBIA

Supporto migranti - Colombia

Il progetto ci consente di aiutare le persone colombiane in situazioni economicamente vulnerabili e i migranti di nazionalità venezuelana attualmente senza fissa dimora in Colombia.

Questa popolazione vulnerabile ha bisogno del nostro aiuto. Ci impegniamo a fornire loro sostegno al fine di offrirgli una vita di qualità e di consentirgli di costruire un futuro di benessere.

La città di Pasto, in Colombia, ospita una popolazione vulnerabile che affronta da tempo una complessa intersezione di sfide sociali ed economiche. Questa comunità è colpita da una combinazione di fattori, tra cui la violenza comune, l’immigrazione venezuelana e la povertà in alcune fasce sociali che vivono ancora in condizioni precarie, senza accesso all’educazione né a opportunità lavorative, creando un ambiente di fragilità e difficoltà che richiede interventi urgenti.

La violenza comune nella regione ha lasciato un segno profondo nella vita di queste persone vulnerabili. L’alto tasso di criminalità ha creato un ambiente di insicurezza costante. Gli abitanti si trovano intrappolati in mezzo a questa violenza, con impatti negativi sulla loro qualità di vita, il loro benessere emotivo e la loro capacità di sviluppo.

L’immigrazione venezuelana ha ulteriormente aggravato la situazione. A causa della crisi in Venezuela, molte persone hanno cercato rifugio in Colombia, compresa la città di Pasto. I migranti venezuelani spesso arrivano in condizioni precarie, privi di risorse di base e affrontando barriere culturali. Ciò ha portato a una competizione per le scarse risorse disponibili nella città, generando tensioni e accentuando la povertà preesistente, con un aumento dei tassi di criminalità che si riflettono in furti a mano armata, generando panico nella comunità.

La povertà è un altro fattore significativo che colpisce questa popolazione vulnerabile. La mancanza di accesso a servizi essenziali come un’educazione di qualità, cure mediche adeguate e una casa dignitosa ha perpetuato un ciclo di svantaggi. Molti residenti lottano per soddisfare le loro necessità di base, il che spesso li costringe a prendere decisioni difficili e a rinunciare a opportunità di sviluppo.

In questo contesto complesso, è essenziale che le autorità locali, le organizzazioni non governative e la comunità nel suo insieme si uniscano per fornire supporto a questa popolazione vulnerabile. Sono necessarie strategie integrate che affrontino sia la violenza che la povertà, fornendo allo stesso tempo assistenza specifica ai migranti venezuelani per soddisfare le loro necessità di base. La collaborazione tra diverse entità può contribuire a creare un ambiente più sicuro e favorevole alla crescita di questa comunità, consentendo loro di ricostruire le proprie vite e di aspirare a un futuro migliore.

Il progetto “Sapori Solidali” mira a implementare una mensa comunitaria mobile in un carrello non motorizzato nella città di Pasto, nel dipartimento di Nariño, in Colombia.

L’obiettivo è fornire cibo e beni di prima necessità alla popolazione più vulnerabile, compresi i sfollati, i migranti e le famiglie numerose a basso reddito. Attraverso questo progetto, si intende non solo fornire cibo alle persone bisognose, ma anche contribuire alla sicurezza alimentare e alla qualità della vita di questi gruppi, promuovendo la solidarietà e l’inclusione sociale nella comunità e influenzando la costruzione collettiva.

Obiettivi:

a) Fornire cibo nutriente e di qualità alle persone in situazioni di vulnerabilità e con risorse economiche limitate nella città di Pasto.

b) Ridurre i livelli di insicurezza alimentare nella popolazione più vulnerabile, compresi i sfollati, i migranti e le famiglie numerose a basso reddito.

c) Promuovere l’inclusione sociale e rafforzare il senso di comunità tra i residenti di Pasto.

d) Sensibilizzare la società sull’importanza di sostenere i gruppi in situazioni di vulnerabilità.

e) Fornire un sollievo finanziario alle persone bisognose attraverso un’alimentazione appropriata.

La mensa comunitaria mobile “Sapori Solidali” sarà basata sulla creazione di un carro non motorizzato dotato di spazio di stoccaggio e dispensa, dove cibi preparati e confezionati da personale qualificato e certificato saranno preparati e distribuiti in collaborazione con Dokita Colombia. Saranno responsabili della distribuzione degli alimenti nelle zone designate secondo gli itinerari stabiliti. Il carro sarà trainato da un veicolo e attraverserà diverse zone della città di Pasto e delle zone rurali circostanti, specialmente quelle dove si concentra la popolazione più vulnerabile, con risorse economiche limitate, in aree meno privilegiate della città e della campagna.

Il progetto verrà realizzato in collaborazione con organizzazioni locali, istituzioni governative e entità private impegnate nella responsabilità sociale, con l’obiettivo di avere un impatto positivo su una problematica che colpisce la popolazione attuale: la carenza economica per soddisfare una delle necessità di base, ovvero l’alimentazione sana e tempestiva. L’impatto sociale sarà misurato non solo in termini monetari, ma anche in termini di consapevolezza comunitaria e sensibilizzazione su questioni importanti. La divulgazione attraverso vari mezzi di comunicazione e social media è fondamentale affinché le persone si sentano coinvolte in questo processo di assistenza e più persone collaborino per lo stesso obiettivo, ovvero avere un impatto positivo sulla vita di queste persone.

Attività

a) Pianificazione e Progettazione: Effettuare tutte le procedure e le autorizzazioni necessarie per poter operare in un camion itinerante trainato, successivamente definire le rotte, gli orari e le frequenze del servizio di mensa mobile. Progettare menu bilanciati, salutari e nutrienti, e quantità di cibo distribuibile in un giorno per ogni zona.

b) Acquisizione e Preparazione del Carro: Acquisire un carro con le ruote adatte, attrezzare l’area di confezionamento e stoccaggio, rispettando gli standard di igiene e sicurezza alimentare.

c) Selezione e Formazione del Personale: Assumere e formare il personale di Dokita Colombia e i volontari per la confezione e la distribuzione di cibo. d) Raccolta di Risorse: Ricerca di donazioni e sponsorizzazioni da parte di aziende locali e cooperazione internazionale per garantire un costante rifornimento di cibo e forniture.

e) Operazione del Servizio di Mensa Mobile: Il veicolo percorrerà diversi punti della città secondo il programma stabilito, dove verranno offerti pasti gratuiti ai beneficiari, con il supporto delle autorità locali per evitare eventuali inconvenienti.

f) Sensibilizzazione e Conscientizzazione: Realizzazione di campagne di sensibilizzazione sui media, sui social media e in eventi comunitari per promuovere la solidarietà e la partecipazione cittadina.

g) Monitoraggio e Valutazione: Monitoraggio costante dell’efficacia del progetto, raccolta di dati sul numero di beneficiari, soddisfazione degli utenti e identificazione delle necessità di miglioramento.

Impatto Previsto: Miglioramento della sicurezza alimentare della popolazione vulnerabile. Riduzione della malnutrizione e miglioramento della salute dei beneficiari. Rafforzamento del senso di comunità e solidarietà nella città. Sensibilizzazione della società sulle esigenze dei gruppi vulnerabili. Possibilità di espandere e replicare il modello in altre comunità.

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Supporto integrale ai bambini, Colombia
: In corso
Finanziatori: Donatori Privati

Il progetto “Sapori Solidali” mira a fare una differenza significativa nella vita delle persone vulnerabili nella città di Pasto, una popolazione che è stata vittima di sfollamenti, migranti e famiglie numerose senza opportunità di lavoro o entrate significative. Non intende solo fornire cibi nutritivi, ma anche un messaggio di supporto e solidarietà, cercando di raggiungere le persone e suscitare in loro una consapevolezza della problematica esistente e dell’idea che cercando di avere un impatto su una singola persona, si stia contribuendo a costruire una società più empatica e orientata ai valori. Attraverso la collaborazione tra diversi settori della società, si spera di costruire una comunità più inclusiva e consapevole delle necessità di coloro che ne hanno maggiormente bisogno.

Il progetto mira a costruire ponti sociali che superino l’ignoranza su temi importanti dell’attualità che spesso vengono ignorati, educando sull’importanza di affrontare sfide comunitarie per poter replicare e continuare ad aiutare coloro che ne hanno maggiormente bisogno e, in questo modo, migliorare la loro qualità di vita.

Mensa Wichi Argentina

PROGETTO NOA, ARGENTINA

Supporto alimentare, Argentina

Gli Wichi costituiscono uno dei popoli originari più numerosi in Argentina. La loro comunità conta 50.419 persone in tutto il territorio nazionale. Quasi la metà, 19.819, vivono nella provincia di Salta, a nord dell’Argentina ai confini con Bolivia e Paraguay. Vivono in villaggi sperduti, lontani kilometri da qualsiasi luogo di congregazione, attività lavorative, scuole, ecc.. Tradizionalmente, i Wichi provvedevano al loro sostentamento attraverso la caccia, la pesca e la coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno. Nel corso degli ultimi 100 anni, le terre dei Wichí sono state invase senza sosta da parte di terzi che hanno trasformato le loro terre in zone aride rendendole così incoltivabili. Questo popolo è così rimasto senza terra e senza possibilità di sostentamento. A partire dal 1966, le autorità locali di Salta hanno ripetutamente promesso di riconoscere i territori indigeni della provincia, senza tuttavia mantenere nessun impegno. Le associazioni presenti sul territorio, tra cui Dokita, si stanno impegnando per tutelare la comunità Wichi e i loro diritti.

DOVE SIAMO

NOA significa Nord ovest Argentina. Ci troviamo infatti a Salta, una città al nord-ovest del Paese, ai piedi della cordigliera delle Ande.

L’EMERGENZA

La situazione socio-educativa e sanitaria della città di Salta è molto precaria. Nel 2020 è stata dichiarata un’emergenza sanitaria per morti infantili dovute alla denutrizione. La maggior parte delle famiglie vivono in condizioni di povertà estrema e isolamento geografico, il che rende estremamente difficile l’accesso a servizi essenziali come cibo, cure mediche e istruzione. I bambini non hanno accesso all’istruzione regolare, e coloro che riescono ad accedervi ricevono spesso un servizio di bassa qualità. Tutto ciò comporta un alto tasso di malnutrizione e abbandono scolastico.

LA SOLUZIONE

Dall’inizio del 2023 abbiamo iniziato a sostenere due mense situate nei dintorni della città, per aiutare i bambini e le loro famiglie fornendo loro le risorse necessarie per migliorare la loro vita. Vogliamo attivare anche il sostegno a distanza per poter garantire istruzione, cure mediche e una corretta alimentazione ai bambini della comunità Wichi.

DI COSA C’È BISOGNO

C’è ancora tanto da fare per migliorare la situazione dei bambini Wichi, offrendo loro programmi di istruzione, salute e sviluppo comunitario. Serve un impegno più intenso e continuo per garantire loro l’accesso alle cure primarie.

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Supporto alimentare, Argentina
: In corso
Finanziatori: Donatori Privati
honduras dokita

HONDURAS – IL DIRITTO DI RICOSTRUIRSI UN FUTURO

Dokita lavora in Honduras da oltre dieci anni, una tra le organizzazioni umanitarie che opera da più tempo nel paese. L’Honduras è un paese che versa in una situazione di estrema povertà tanto da essere al 132° posto nella lista dei paesi per sviluppo umano, avanti solo ad Haiti nel continente americano (indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo pro capite, divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese).

Inoltre l’Honduras ha anche un alto tasso di omicidi. Circa 40 per 100.000 abitanti, ovvero più di 4.000 vittime di morte violenta ogni anno. La violenza, purtroppo, prospera nei contesti in cui c’è forte povertà, molteplicità di problemi sociali, mancanza di lavoro, forte corruzione e grandi violazioni di diritti umani.

Negli anni Dokita ha realizzato progetti finanziati da Caritas e Chiesa Valdese per formare donne e giovani in attività produttive, ed ha appoggiato il centro Don Bosco, nella periferia della capitale Tegucigalpa in un’area ad alta incidenza criminale e di forte coinvolgimento dei giovani in bande chiamate maras, vere e proprie organizzazioni mafiose molto sanguinarie.

La storia recente ci ha mostrato come, di fronte alla violenza criminale lo Stato abbia risposto con altrettanta violenza e spesso violando gli elementari diritti umani della popolazione. Non è un caso che varie associazioni siano attive per supportare azioni volte al rafforzamento dello stato di diritto e per il rispetto dei diritti umani. Nel 2011 l’Unione Europea ha appoggiato Dokita con un progetto pluriannuale di formazione professionale a donne recluse nel carcere di Tegucigalpa e nello stesso tempo migliorare la situazione di diritti che sarebbero dovuti già essere riconosciuti all’interno della struttura.

Da qualche mese Dokita ha concluso un importante progetto sul miglioramento dell’accesso alla giustizia di gruppi più vulnerabili. Abbiamo lavorato per migliorare le condizioni di vita e per il rispetto delle tutele dei detenuti appoggiando anche le differenti pastorali carcerarie della Caritas. Il progetto, cofinanziato dall’Istituto Italiano per l’America Latina, si è concluso con molto successo nel 2020 e si rivolgeva soprattutto ai giovani in conflitto con la legge. Oltre ad aver costruito un modulo abitativo per i giovani residenti del Centro di Jalteva, abbiamo fornito l’attrezzatura per un laboratorio di panetteria e un altro di formazione professionale. Inoltre, assieme all’Istituto Nazionale per la Gioventù Infrattora (INAMI), è stato realizzato un protocollo di attenzione per gli operatori in modo da salvaguardare i diritti dei giovani e proiettare il periodo di privazione della libertà in un momento riabilitativo e formativo e non solo un inutile castigo.

Negli anni abbiamo organizzato una rete di organizzazioni che collaborano per la preparazione di una proposta di legge sulla giustizia restaurativa da presentare in Parlamento, cosi come l’organizzazione di corsi e formazioni a funzionari.

Da oltre un anno stiamo realizzando il progetto JUSTAMENTE Riforma del sistema penale minorile e modelli innovativi di prevenzione terziaria per la diffusione della cultura riparativa in Honduras finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in consorzio con la ONG MLAL, Fondazione Don Calabria e Antigone. Questo progetto appoggia il sistema di giustizia minorile cercando di migliorare i meccanismi di attenzione ai giovani e promuove pratiche alternative alla detenzione. Stiamo organizzando corsi di specializzazione in giustizia penale minorile per giudici, difensori pubblici e polizia e sono previste tante altre attività a favore di questi giovani svantaggiati. Il progetto si concluderà nel 2022 e si estenderà su tutto il territorio nazionale. Dokita è diventato un punto di riferimento in questo ambito e collabora con molte istituzioni del governo come INAMI e Conaprev (comitato nazionale contro la tortura) e con organismi non governativi come il CPTRT (Centro contro la tortura).

Come se non bastasse, la pandemia di coronavirus non ha risparmiato l’Honduras, infatti le restrizioni – dato che molte famiglie vivono di un’economia informale e di piccoli ricavi giornalieri – hanno provocato importanti danni economici riducendo alla povertà vari settori della popolazione. La percentuale di decessi, rispetto a tante altre nazioni resta più basso, superando di poco i 4000 su una popolazione di 9 milioni di abitanti.

Anche per i ragazzi con cui lavoriamo il disagio è stato grosso. Per ragioni di sicurezza sanitaria le visite dei familiari sono state sospese, ma fortunatamente il ministero di giustizia ha deciso di far tornare a casa, dalle proprie famiglie, circa la metà dei giovani reclusi, riducendo così il numero di detenuti a poco più di 200. Grazie a queste strette misure messe in atto i centri pedagogici nei quali lavoriamo non hanno registrato contagi.

 

brasile covid19
Feature

BRASILE: L’EMERGENZA COVID-19 ORA SI È SPOSTATA IN AMERICA LATINA.

IN BRASILE IL VIRUS SI STA DIFFONDENDO CON UNA VELOCITÀ SPAVENTOSA. NEL MESE DI LUGLIO SI SONO REGISTRATI QUASI 2.000.000 DI CASI POSITIVI E PIÙ DI 70.000 MORTI.

Sono ormai più di 70.000* le vittime di Covid-19 in Brasile, uno dei Paesi al mondo più duramente colpiti dalla pandemia. La situazione in Brasile è critica: a metà luglio era il secondo paese al mondo per numero di contagi e morti da Coronavirus. Secondo gli scienziati la situazione potrebbe peggiorare, sia per i pochi test che vengono somministrati alla popolazione, sia per la situazione di estrema povertà che vivono, circa 14 milioni di Brasiliani, nelle favelas.

Dokita è presente da molti anni nella favela Vila Morenitas a Foz do Iguaçu e in questo momento di grande emergenza sanitaria per il paese, sta aiutando la popolazione offrendo supporto alle persone in difficoltà attraverso la distribuzione di beni di prima necessità e dispositivi di protezione individuale.

L’emergenza Covid19 purtroppo non accenna a placarsi. Se in Europa la situazione sta pian piano migliorando, non possiamo dire lo stesso per il resto del mondo, soprattutto in America Latina. Il paese che sta dando maggiore preoccupazione è il Brasile. Il Brasile a metà luglio era il secondo paese al mondo, dietro gli Stati Uniti, per numero di casi positivi accertati: dall’inizio della pandemia sono quasi 2.000.000 i casi positivi con più di 70.000 decessi. Questi sono solo i dati ufficiali, ma secondo osservatori e scienziati i numeri reali sono sicuramente più alti in quanto le principali città stanno diffondendo giornalmente dei bollettini con il numero di contagi, che però spesso non contengono dati aggiornati provenienti dalle favelas, dove, come è noto, anche lo Stato fa fatica a avere il quadro chiaro della situazione.


EMERGENZA FAVELAS

In Brasile ci sono 14 milioni di persone che vivono nelle favelas, quartieri poveri e densamente popolati delle principali città, dove la carenza di servizi igienici e sanitari, dovuti alla mancanza di idonei sistemi idrici e fognari, sono la triste normalità. Per gli abitanti delle favelas rispettare le principali misure preventive raccomandate dall’OMS, come il distanziamento sociale e lavarsi spesso le mani, per evitare il contagio da Covid-19, è pressoché impossibile vista la mancanza di acqua e l’assembramento abitativo. Anche dal punto di vista economico la pandemia sta causando problemi enormi, soprattutto per i lavoratori, per lo più informali, delle favelas. Secondo un’indagine realizzata dall’Istituto Data Favelas, a causa della quarantena un abitante su tre delle favelas avrà nei prossimi mesi difficoltà a comprare prodotti di prima necessità, come i generi alimentari.

L’IMPEGNO DI DOKITA

Molte sono le attività che volontari hanno iniziato a fare nelle favelas delle città. Anche Dokita, attraverso Padre Gioacchino e i ragazzi del CAIA (Centro di Attenzione Integrale all’Adolescente), sta aiutando la popolazione della favela Vila Morenitas, nel quartiere di Porto Meira, con la distribuzione di beni di prima necessità, dispositivi di protezione individuale come mascherine e gel disinfettanti. In questi giorni abbiamo contattato Padre Gioacchino a Foz do Iguacu per sapere come i ragazzi del CAIA stanno vivendo questa situazione di emergenza e con l’occasione gli abbiamo chiesto di parlarci del CAIA e delle sue attività e del contributo di Dokita allo sviluppo del CAIA.

Padre Gioacchino ci parli del Centro di Attenzione Integrale per gli Adolescenti (CAIA) e delle attività svolte dai ragazzi che frequentano il centro.

Il CAIA venne creato nel settembre del 2010 e si rivolgeva inizialmente ai ragazzi di Porto Meira, un quartiere caratterizzato da alti tassi di criminalità e omicidi. I ragazzi che frequentano il nostro centro appartengono a famiglie con reddito pro capite inferiore al salario minimo e la condizione economica è la prima causa che li porta a cercare una fonte di entrate alternative, come contrabbando, traffico di droga e sfruttamento sessuale. Con legami familiari così fragili e la ricerca di migliori condizioni finanziarie, i bambini e, soprattutto, gli adolescenti finiscono spesso per essere attratti dalle attività informali e illecite e questo ostacola il loro percorso di apprendimento, causando tassi di abbandono scolastico molto alti. Il lavoro sviluppato dal CAIA, gestito come uno strumento socio-educativo, consente di migliorare la qualità della vita degli adolescenti, insieme alle loro famiglie e a diffondere nuovi concetti di istruzione, cittadinanza e occupabilità, attraverso percorsi di formazione professionale, inserimento lavorativo, ma anche attività sportive, culturali, sociali e di svago.

Dokita ha contribuito allo sviluppo del CAIA, costruendo tra l’altro l’edificio principale dove si svolgono le attività, e ancora oggi supporta il CAIA e i missionari della CFIC impegnati in Brasile. Ci parli brevemente della sua esperienza con Dokita.

Il CAIA e la stessa Sociedade Civil Nossa Senhora Aparecida (SCNSA), che è l’Ente associativo no profit che gestisce il CAIA, così come la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (CFIC), hanno sempre apprezzato la storica collaborazione con DOKITA, e il supporto finanziario e metodologico ricevuto è stato fondamentale per la crescita e lo sviluppo di quasi tutti i progetti della CFIC Brasile e della SCNSA. Io, personalmente, ho sempre avuto una relazione estremamente positiva e produttiva, con la Direzione di Dokita e con tutti i suoi collaboratori, a cui va il nostro ringraziamento.

Da poco si è concluso un progetto di Dokita finanziato dalla Caritas Italiana per il potenziamento dei corsi di informatica all’interno del CAIA. Ci parli un po’ delle attività, dei risultati ottenuti.

Il finanziamento di questo progetto ci ha permesso di organizzare e sviluppare dei corsi di informatica in cui è stato possibile fornire a ben 116 giovani studenti, strumenti e percorsi formativi aggiornati per poter utilizzare le possibilità offerte dalla tecnologia come supporto all’istruzione. Offrendo questi corsi di informatica abbiamo potuto introdurre i nostri utenti all’uso del pacchetto Office, dei principali browser e all’uso consapevole dei social network. Inoltre, abbiamo potuto acquistare apparecchiature informatiche per attrezzare una sala informatica che sarà utile anche per altri corsi e per tutti i ragazzi che frequentano il CAIA.

Il Brasile ora sta affrontando la pandemia Covid che ha colpito duramente la popolazione, in particolare quella più povera. Ci racconti la situazione a Foz do Iguaçu e come il CAIA sta sostenendo gli abitanti della favela attraverso aiuti o attività per contenere l’epidemia.

Anche la città di Foz do Iguaçu ha dovuto affrontare il problema della pandemia in modo abbastanza pesante ed ogni settore si è organizzato per affrontare questo grande problema. Noi del CAIA stiamo aiutando la popolazione attraverso la consegna di ceste alimentari con l’obiettivo di alleviare gli impatti causati dall’isolamento sociale, che ha lasciato disoccupate migliaia di persone.

Abbiamo già consegnato oltre 10.000 ceste alimentari e molti dispositivi di protezione individuali. È stato creato anche un servizio WhatsApp attivo 24 ore su 24 per dare consulenze e informazioni utili sul Coronavirus. La nostra presenza è stata ed è ancora attualmente essenziale per tutto il quartiere di Porto Meira.

In questi mesi di emergenza COVID-19 il CAIA ha messo a disposizione il suo personale, i suoi spazi e le sue competenze per essere d’aiuto alla popolazione della favela. La situazione però sta peggiorando e Padre Gioacchino sta chiedendo un aiuto per il suo centro e la popolazione della favela Vila Morenitas poter fronteggiare al meglio questa pandemia.

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Honduras, minori e giustizia: la stampa honduregna parla di noi!

Da ormai 7 anni Dokita è attiva in Honduras nell’ambito della giustizia riparativa attraverso numeri progetti in difesa dei diritti umani soprattutto per i detenuti minorili.

L’Honduras infatti è il paese con il più alto tasso di omicidi del mondo, molti dei quali commessi da minori. La situazione degli adolescenti con la giustizia è un fenomeno molto problematico nel paese soprattutto nei grandi centri urbani. In città come Tegucigalpa, San Pedro Sula e La Ceiba la disgregazione familiare, la limitata formazione scolastica e professionale e la difficile situazione economica nel corso degli anni ha spinto molti giovani ad entrare in bande criminali.

È proprio in questo contesto che Dokita ha sviluppato nel 2016 il progetto “Minori e Giustizia” che ha come obiettivo il contrasto della criminalità giovanile attraverso percorsi di pena alternativi per potenziare le opportunità riabilitative per un loro futuro inserimento all’interno della società.

Nella città di San Pedro Sula, all’interno del centro El Carmen sono stati realizzati percorsi di formazione tecnico e professionale di alcune mansioni, come falegname, barbiere, muratore, per facilitare l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro una volta concluso il loro percorso all’interno del centro. All’interno della struttura i ragazzi svolgono attività di formazione teorica, ma anche pratica. Le giornate sono infatti suddivise in questo modo: alla mattina fanno formazione teorica e studiano informatica, tecniche e strumenti per diventare falegnami, barbieri o muratori e al pomeriggio svolgono le attività pratiche all’interno del laboratorio che hanno scelto.

In questi giorni il direttore del centro, Oscar Danilo Turcios, ha annunciato che il mese prossimo, durante la pausa delle lezioni da parte di Dokita, sarà costruita una panetteria all’interno del centro per dare un’altra possibilità di formazione professionale ai giovani detenuti.  Turcios afferma infatti che è proprio all’interno di questo centro che i ragazzi potranno dimenticare il passato e iniziare una nuova vita attraverso un percorso di rieducazione e reinserimento sociale ed è quindi nostro compito offrire più strumenti possibili.

Giuseppe Solfrini, rappresentate di Dokita in Honduras, afferma che grazie a questo progetto, l’associazione è riuscita a promuovere pene detentive alternative per i minori, migliorando il sistema di detenzione preventiva nel paese e aumentano le opportunità di riabilitazione per i giovani.

Anche Edson Nolasco, procuratore capo della sezione dei Diritti Umani della città, ha espresso un’opinione positiva riguardo questo progetto, in quanto secondo Nolasco è fondamentale garantire i diritti ai detenuti minorili all’interno del centro, in modo che sia più facile per loro l’inserimento nella società una volta finito il loro percorso di riabilitazione.

L’impegno di Dokita su questo tema continuerà anche nei prossimi due anni, attraverso il progetto “Justamente” che darà continuità al lavoro svolto in questi anni. L’approvazione di questo progetto è per l’associazione un importante rinascimento del ruolo e del lavoro svolto fino ad ora nel paese.

 

Continua il lavoro di Dokita in Honduras nel campo della giustizia riparativa.

Dal 2012 Dokita è presente in Honduras affermando la propria presenza e leadership nel campo della giustizia riparativa. I numerosi progetti che si sono susseguiti nel corso di questi anni al fianco delle Istituzioni locali, e realizzati insieme alle organizzazioni della società civile impegnate sul tema della difesa dei diritti umani, hanno segnato un percorso importante che sanciscono il primato di Dokita in questo delicato ambito di intervento.

Dopo diversi interventi diretti in istituti di detenzione maschile e femminile della capitale, dal 2016 Dokita è capofila del progetto Accesso alla giustizia per le persone private di libertà nei centri di detenzione in honduras, realizzato grazie al finanziamento dell’UE nell’ambito del programma EuroJusticia, un progetto che mira a migliorare l’acceso alla giustizia delle persone private di libertá attraverso un intervento integrale con l’obiettivo di:

  • Aumentare la conoscenza giuridica delle persone private di libertá e migliorare i processi di accesso alla giustizia e le opportunitá riabilitative.
  • Rafforzare il sistema integrale di giustizia attraverso la coordinazione interinstituzionale tra il settore pubblico e la societá civile.
  • Sviluppare le capacitá dei funzionari del sistema di giustizia con una visione di giustizia riparativa

L’intervento di Dokita in questo campo non si ferma qui. Infatti, l’approvazione del progetto “JustaMente” da parte dell’Agenzia della Cooperazione Italiana (AICS) conferma e riconosce il valore e il ruolo che dokita svolge ormai da diversi anni nel campo della giustizia in questo delicato paese. Il progetto “JustaMente” si è classificato tra i 50 progetti approvati.

In particolare il progetto si integra con le attività che IILA, il BID[1] e la UE nell’ambito del programma pluriannuale EuroJusticia (2013-2020), stanno portando avanti a sostegno del processo di riforma della giustizia in Centroamerica e nello specifico l’ iniziativa “JustaMente” darà continuità e sarà complementare al programma  che Dokita ha sviluppato nel paese a partire dal 2016. Tale programma si focalizza sulla tematica della giustizia penale per adulti e in maniera residuale anche minorile.

Il progetto Justamente si pone l’obiettivo di dare piena implementazione al Codice Niños, Niñas, Adolescentes (NNA) ed alla riforma del Sistema Especial del Justicia per minorenni.

Il progetto promuoverà la progressiva adozione di un approccio di tipo riparativo intervenendo sia sul piano strategico (riforma delle politiche), che operativo (riforma e implementazione di modelli integrati di attenzione). Essi saranno associati all’utilizzo di indicatori di valutazione basati su un approccio metodologico coerente con i più moderni standard internazionali e paradigmi in materia di riabilitazione di minori in conflitto con la legge. L’intento è quello di definire in forma più efficiente gli obiettivi dei piani educativi e terapeutici e abbattere così gli indici di recidiva.

Il progetto vedrà il coinvolgimento diretto dei più autorevoli soggetti in questo campo sia sul piano delle istituzioni locali, come l’Instituto Nacional para la Atención a Menores Infractores (INAMI), ente rettore del Sistema Especial de Justicia per minorenni, che del mondo delle ONG, come ProgettoMondo Mlal, organizzazione con più di 15 anni di esperienza nella tematica in Africa e America Latina.

Dokita da par suo apporta importanti competenze sul piano del capacity building degli operatori di settore, sviluppata nella gestione di progetti inerenti il miglioramento delle condizioni di accesso alla giustizia per detenuti adulti.

Sul piano metodologico, l’intervento promuove la collaborazione interistituzionale e la responsabilizzazione progressiva degli attori istituzionali. Le forti componente di capacity building e assistenza tecnica, finalizzate al potenziamento delle capacità locali, sono state specificamente studiate quali strumenti per integrare l’exit strategy nell’impianto operativo e non creare pericolose sostituzioni e dipendenze.

Per sapere di più sulle attività di Dokita in Honduras visita la pagina www.dokita.org/honduras/

[1] Banco Interamericano de Desarrollo (BID)

Potenziamento del centro Maria Auxiliadora, Tegucigalpa

Potenziamento del centro Maria Auxiliadora, Tegucigalpa, Honduras

Il Centro Maria Auxiliadora, situato nel quartiere Campo cielo, si situa nel contesto urbano periferico della capitale, fortemente caratterizzato dall’emarginazione economica e sociale in cui non sempre sono presenti i servizi pubblici di base, e i residenti presentano una forte vulnerabilità sociale.

L’offerta formativa del Centro Maria Auxiliadora dei Salesiani è orientata a fornire competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro così da ottenere persone formate e pronte per affrontare un’opportunità lavorativa concreta, riducendo così il rischio che vengano impiegate in attività criminali o di sfruttamento lavorativo.

Il presente progetto mira all’innalzamento delle opportunità di inclusione lavorativa in favore di soggetti vulnerabili (ragazze madri, adolescenti e giovani a basso livello educativo) residenti nel quartiere povero di Campo cielo della città di Tegucigalpa. Tale obiettivo sarà raggiunto attraverso il potenziamento delle attività formative offerte presso il Centro Maria Auxiliadora e tramite il supporto all’avvio di una piccola microimpresa cooperativa nel settore della pasticceria e panetteria.

  • Fornitura e posa in opera di materiali edili per l’adeguamento dei laboratori professionali.
  • Equipaggiamento dei laboratori professionali
  • Realizzazione dei corsi di formazione
  • Supporto tecnico per l’avvio di microimpresa cooperativa

600 soggetti vulnerabili (ragazze madri, adolescenti e giovani a basso livello educativo)

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Donne, minori, Honduras
: In corso
Finanziatore: Conferenza Episcopale Italiana

ACCESSO ALLA GIUSTIZIA PER LE PERSONE PRIVATE DI LIBERTA’ NEI CENTRI DI DETENZIONE IN HONDURAS

Accesso alla giustizia per le persone private di libertá nei centri di detenzione dell’Honduras

Il progetto si sviluppa in tutto il territorio nazionale e soprattutto nei 28 municipi dell’Honduras con presenza dei centri di prevenzione di libertá.

Il progetto mira a migliorare l’acceso alla giustizia delle persone private di libertá attraverso un intervento integrale con l’obiettivo di:

  • Aumentare la conoscenza giuridica delle persone private di libertá e migliorare i processi di accesso alla giustizia e le opportunitá riabilitative.
  • Rafforzare il sistema integrale di giustizia attraverso la coordinazione interinstituzionale tra il settore pubblico e la societá civile.
  • Sviluppare le capacitá dei funzionari del sistema di giustizia con una visione di giustizia riparativa

8000 persone private di libertá e 800 funzionari del sistema di giustizia

 

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Carceri, Disabilità e Salute, Honduras
: In corso
Finanziatore: Unione Europea

CORSO DI SARTORIA PER DONNE

Corso di sartoria per donne

Pojuca è un municipio dello stato di Bahia, situato a circa 70 km dalla capitale Salvador de Bahia, con una popolazione totale di 36.000 abitanti. È uno dei municipi dello stato con maggiori disagi sociali tra i quali povertà e alti tassi di criminalità; si riscontrano anche alti livelli di disuguaglianza di genere sia per l’accesso all’istruzione che al mondo del lavoro. A Pojuca una parte cospicua della popolazione vive nelle favelas, in una condizione di forte deprivazione materiale e di mancanza dei più elementari servizi e beni di prima necessità.

In continuità con precedenti progetti realizzati a sostegno dell’Istituto IAMCA, il progetto mira a favorire l’accesso al lavoro di 20 donne in età lavorativa (dai 18 anni in su) di Pojuca, vittime di violenza e/o in situazione di disagio socio-economico. Questo attraverso un corso di formazione sulle tecniche di cucito, packaging e sull’utilizzo di macchinari (macchine da cucire, per stampe tessili e 3d) di tipo professionale al fine di realizzare prodotti ecosostenibili come borse, beautycase, cuscini, giochi per bambini da poter vendere successivamente nel mercato nazionale ed internazionale attraverso il sito web del negozio virtuale di “Donne Artigiane” realizzato nel 2016.

L’obiettivo dell’intervento è quello di valorizzare e incentivare il ruolo e la figura femminile nel contesto artigianale, promuovere l’occupazione e sostenere imprese femminili con azioni tese a combattere la disparità di genere legata a situazioni sociali, economiche e culturali.

Lo scopo è incentivare le donne ad avere una propria attività, assicurando loro l’opportunità di contribuire a sostenere economicamente la famiglia e allo stesso tempo di potere gestire in forma autonoma la propria vita sociale. Il solo fatto di far parte di questo progetto darebbe alle donne, che riacquisterebbero autostima, abilità oratorie e sicurezza di se stesse, importanti benefici a livello psicologico e sociale.

20 donne e ragazze di Pojuca provenienti dalle fasce meno agiate.

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INFORMAZIONI PROGETTO

: Brasile, Donne, Formazione
: In corso
Finanziatore: Caritas Italiana