Continua l’impegno di Dokita nel territorio dell’Agro Pontino, a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione nella provincia di Latina.
Il 25 settembre alle ore 11.00 presso l’Aula Magna dell’Istituto “A.Bianchini” di Terracina, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Get AP! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino”.
Il progetto promosso da Dokita onlus e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ ambito del “Bando per la selezione di iniziative di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza globale proposte da organizzazioni della società civile e soggetti senza finalità di lucro-dotazione finanziaria 2018”, promuoverà per tutto l’arco del 2019-2020 azioni di sensibilizzazione e formazione della società civile al fine di aumentare il livello di consapevolezza dei cittadini del territorio in ordine alle tematiche della cittadinanza globale.
Dokita in partenariato con Cespi, Tempi moderni, Gruppo Umana Solidarietà, Progetto Diritti Onlus, Caritas Diocesana di Latina e Articolo Ventiquattro, vuole contribuire a contrastare i fenomeni di discriminazione, in particolare nelle aree a più alto rischio di esclusione sociale, promuovendo una migliore comprensione del fenomeno migratorio e delle connesse opportunità di sviluppo sostenibile locale e transnazionale, a partire dalle specifiche dinamiche territoriali dell’Agro e Sud Pontino.
Il progetto si realizzerà nei comuni di Latina, Terracina, Sabaudia, Fondi e Formia che contano il 45 % del totale provinciale dei migranti. (cfr. ISTAT 2018). Questo territorio infatti negli ultimi anni si è caratterizzato per un crescente tasso di discriminazione dovuto all’assenza di servizi alla crescente popolazione migrante, alla diffusione del caporalato e all’ escalation di episodi di razzismo.
Durante la presentazione del progetto interverranno Emilio Ciarlo, Responsabile delle Relazioni Istituzionali e Comunicazione dell’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e Gian Paolo Cesaretti, Presidente Fondazione Simone Cesaretti e coordinatore ASviS.
Nei prossimi giorni sarà condiviso il programma completo con tutti gli interventi e relatori.
Continua l’impegno, di Dokita in Italia, nello specifico nel territorio dell’Agro Pontino a favore delle fasce più svantaggiate della popolazione, attraverso il progetto “Get Ap! Strategie per una cittadinanza globale dell’ Agro Pontino”, promosso dall’ AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo all’interno del “Bando per la selezione di iniziative di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza globale proposte da organizzazioni della società civile e soggetti senza finalità di lucro-dotazione finanziaria 2018”.
Dokita, insieme ad altre associazioni presenti sul territorio come CeSPI, Tempi Moderni, Gruppo Umana Solidarietà (GUS), Associazione Progetto Diritti Onlus e Caritas Diocesana di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e Articolo Ventiquattro, ha deciso di partecipare a questo bando presentato il progetto Get Ap! per contribuire a contrastare il forte aumento dei fenomeni di discriminazione nel territorio.
Il territorio dell’Agro Pontino e del Sud Pontino, periferia rurale meridionale della regione Lazio, difatti si caratterizza per un crescente tasso di discriminazione rilevabile nella quasi totale assenza di servizi specifici dedicati alla crescente popolazione migrante; nei diffusi fenomeni di gestione illegale delle migrazioni e nella escalation di episodi di razzismo. La provincia di Latina è la seconda nel Lazio per numero di stranieri residenti (52.642 unità pari al 9,1% della popolazione) e negli ultimi tre anni il numero dei richiedenti asilo è aumentato. Nonostante la situazione nel territorio non sono presenti servizi pubblici informativi e di orientamento per gli immigrati, anzi si sta diffondendo lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, la gestione illegale del fenomeno migratorio per quanto riguarda l’accoglienza, i maltrattamenti e abusi, e il dato più allarmante è l’aumento degli episodi di razzismo (+400% rispetto al 2017, cfr. Cronache di ordinario razzismo) commessi dai giovani.
Dokita è presente in questo territorio dal 2017 con attività e progetti volti alle fasce più vulnerabili della popolazione per favorire la loro l’inclusione sociale e la tutela dei loro diritti. Nello specifico Dokita sta portato avanti progetti a favore di ragazzi disabili favorendo così la loro inclusione socio sociale; da anni inoltre è attivo uno Sportello Legale che offre agli immigrati assistenza e tutela legale e dei corsi di formazione per facilitare la loro inclusione alla vita socio economica del territorio.
Secondo Dokita i modi per contrastare questo fenomeno, promuovere le opportunità di partecipazione alla vita sociale e favorire un cambiamento culturale è, da una parte, aumentare le occasioni di approfondimento e scambio interculturale partendo soprattutto dalle scuole per dare maggiori strumenti di comprensione delle dinamiche di sviluppo globale, dall’altra consolidare, mettere in rete le organizzazioni egli enti della società e rafforzare i servizi per promuovere strategie di sviluppo del territorio e iniziative di cooperazione.
Attraverso questo progetto Dokita e le altre associazioni partner hanno previsto di:
- coinvolgere i giovani delle scuole superiori di II grado di Latina, Sabaudia, Terracina, Fondi e Formia, in percorsi di formativi e di sensibilizzazione;
- Rafforzare i servizi locali di informazione, di tutela socio legale e di potenziamento associativo in favore dei migranti
L’obiettivo di queste attività è quello di sensibilizzare la cittadinanza sul tema della migrazione, agire sulla sensibilità delle nuove generazioni attraverso diverse attività, come sport e cultura per creare una società inclusiva e sostenibile; e favorire l’integrazione e l’inclusione nel tessuto socio economico dei migranti prevenendo così i fenomeni di sfruttamento
Da ormai 7 anni Dokita è attiva in Honduras nell’ambito della giustizia riparativa attraverso numeri progetti in difesa dei diritti umani soprattutto per i detenuti minorili.
L’Honduras infatti è il paese con il più alto tasso di omicidi del mondo, molti dei quali commessi da minori. La situazione degli adolescenti con la giustizia è un fenomeno molto problematico nel paese soprattutto nei grandi centri urbani. In città come Tegucigalpa, San Pedro Sula e La Ceiba la disgregazione familiare, la limitata formazione scolastica e professionale e la difficile situazione economica nel corso degli anni ha spinto molti giovani ad entrare in bande criminali.
È proprio in questo contesto che Dokita ha sviluppato nel 2016 il progetto “Minori e Giustizia” che ha come obiettivo il contrasto della criminalità giovanile attraverso percorsi di pena alternativi per potenziare le opportunità riabilitative per un loro futuro inserimento all’interno della società.
Nella città di San Pedro Sula, all’interno del centro El Carmen sono stati realizzati percorsi di formazione tecnico e professionale di alcune mansioni, come falegname, barbiere, muratore, per facilitare l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro una volta concluso il loro percorso all’interno del centro. All’interno della struttura i ragazzi svolgono attività di formazione teorica, ma anche pratica. Le giornate sono infatti suddivise in questo modo: alla mattina fanno formazione teorica e studiano informatica, tecniche e strumenti per diventare falegnami, barbieri o muratori e al pomeriggio svolgono le attività pratiche all’interno del laboratorio che hanno scelto.
In questi giorni il direttore del centro, Oscar Danilo Turcios, ha annunciato che il mese prossimo, durante la pausa delle lezioni da parte di Dokita, sarà costruita una panetteria all’interno del centro per dare un’altra possibilità di formazione professionale ai giovani detenuti. Turcios afferma infatti che è proprio all’interno di questo centro che i ragazzi potranno dimenticare il passato e iniziare una nuova vita attraverso un percorso di rieducazione e reinserimento sociale ed è quindi nostro compito offrire più strumenti possibili.
Giuseppe Solfrini, rappresentate di Dokita in Honduras, afferma che grazie a questo progetto, l’associazione è riuscita a promuovere pene detentive alternative per i minori, migliorando il sistema di detenzione preventiva nel paese e aumentano le opportunità di riabilitazione per i giovani.
Anche Edson Nolasco, procuratore capo della sezione dei Diritti Umani della città, ha espresso un’opinione positiva riguardo questo progetto, in quanto secondo Nolasco è fondamentale garantire i diritti ai detenuti minorili all’interno del centro, in modo che sia più facile per loro l’inserimento nella società una volta finito il loro percorso di riabilitazione.
L’impegno di Dokita su questo tema continuerà anche nei prossimi due anni, attraverso il progetto “Justamente” che darà continuità al lavoro svolto in questi anni. L’approvazione di questo progetto è per l’associazione un importante rinascimento del ruolo e del lavoro svolto fino ad ora nel paese.
Dal 2012 Dokita è presente in Honduras affermando la propria presenza e leadership nel campo della giustizia riparativa. I numerosi progetti che si sono susseguiti nel corso di questi anni al fianco delle Istituzioni locali, e realizzati insieme alle organizzazioni della società civile impegnate sul tema della difesa dei diritti umani, hanno segnato un percorso importante che sanciscono il primato di Dokita in questo delicato ambito di intervento.
Dopo diversi interventi diretti in istituti di detenzione maschile e femminile della capitale, dal 2016 Dokita è capofila del progetto Accesso alla giustizia per le persone private di libertà nei centri di detenzione in honduras, realizzato grazie al finanziamento dell’UE nell’ambito del programma EuroJusticia, un progetto che mira a migliorare l’acceso alla giustizia delle persone private di libertá attraverso un intervento integrale con l’obiettivo di:
- Aumentare la conoscenza giuridica delle persone private di libertá e migliorare i processi di accesso alla giustizia e le opportunitá riabilitative.
- Rafforzare il sistema integrale di giustizia attraverso la coordinazione interinstituzionale tra il settore pubblico e la societá civile.
- Sviluppare le capacitá dei funzionari del sistema di giustizia con una visione di giustizia riparativa
L’intervento di Dokita in questo campo non si ferma qui. Infatti, l’approvazione del progetto “JustaMente” da parte dell’Agenzia della Cooperazione Italiana (AICS) conferma e riconosce il valore e il ruolo che dokita svolge ormai da diversi anni nel campo della giustizia in questo delicato paese. Il progetto “JustaMente” si è classificato tra i 50 progetti approvati.
In particolare il progetto si integra con le attività che IILA, il BID[1] e la UE nell’ambito del programma pluriannuale EuroJusticia (2013-2020), stanno portando avanti a sostegno del processo di riforma della giustizia in Centroamerica e nello specifico l’ iniziativa “JustaMente” darà continuità e sarà complementare al programma che Dokita ha sviluppato nel paese a partire dal 2016. Tale programma si focalizza sulla tematica della giustizia penale per adulti e in maniera residuale anche minorile.
Il progetto Justamente si pone l’obiettivo di dare piena implementazione al Codice Niños, Niñas, Adolescentes (NNA) ed alla riforma del Sistema Especial del Justicia per minorenni.
Il progetto promuoverà la progressiva adozione di un approccio di tipo riparativo intervenendo sia sul piano strategico (riforma delle politiche), che operativo (riforma e implementazione di modelli integrati di attenzione). Essi saranno associati all’utilizzo di indicatori di valutazione basati su un approccio metodologico coerente con i più moderni standard internazionali e paradigmi in materia di riabilitazione di minori in conflitto con la legge. L’intento è quello di definire in forma più efficiente gli obiettivi dei piani educativi e terapeutici e abbattere così gli indici di recidiva.
Il progetto vedrà il coinvolgimento diretto dei più autorevoli soggetti in questo campo sia sul piano delle istituzioni locali, come l’Instituto Nacional para la Atención a Menores Infractores (INAMI), ente rettore del Sistema Especial de Justicia per minorenni, che del mondo delle ONG, come ProgettoMondo Mlal, organizzazione con più di 15 anni di esperienza nella tematica in Africa e America Latina.
Dokita da par suo apporta importanti competenze sul piano del capacity building degli operatori di settore, sviluppata nella gestione di progetti inerenti il miglioramento delle condizioni di accesso alla giustizia per detenuti adulti.
Sul piano metodologico, l’intervento promuove la collaborazione interistituzionale e la responsabilizzazione progressiva degli attori istituzionali. Le forti componente di capacity building e assistenza tecnica, finalizzate al potenziamento delle capacità locali, sono state specificamente studiate quali strumenti per integrare l’exit strategy nell’impianto operativo e non creare pericolose sostituzioni e dipendenze.
Per sapere di più sulle attività di Dokita in Honduras visita la pagina www.dokita.org/honduras/
[1] Banco Interamericano de Desarrollo (BID)
Da due anni Dokita è partner del progetto Ponti, promosso dalla ONG ARCS in Senegal per sostenere i piccoli produttori nella lotta contro la desertificazione, lo spopolamento e per differenziare le attività produttive.
Storicamente luogo di immigrazione dall’Africa Occidentale, il Senegal è ormai diventato un paese d’emigrazione. Tra i fattori che spingono a migrare, la scarsità di opportunità di impiego dignitoso, i cambiamenti climatici, la desertificazione e il conseguente deterioramento dell’ambiente. Dalle statistiche demografiche si evince che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni e nella fascia d’età dai 20 ai 54 anni c’è un evidente deficit di popolazione maschile che migra altrove. Inoltre, un grave problema sociale è quello dei Talibè: minori provenienti da famiglie povere in aree rurali che vengono affidati alle Daara (scuole coraniche) e in cambio di vitto e alloggio sono costretti a mendicare. Infine, la discriminazione di genere nell’attribuzione di incarichi professionali qualificati e la scarsa capacità di assorbimento del mercato del lavoro ostacolano l’impiego femminile.
Questi giorni conclusivi del progetto sono ricchi di occasioni festa e di condivisione in cui, insieme ai partner di progetto, ai produttori, e alle tante organizzazioni della società civile attive sul territorio e alle autorità locali (Comuni, Camere dei Mestieri, ANPEJ) coinvolte nel percorso, abbiamo voluto creare una vetrina per portare a conoscenza delle comunità i risultati concreti del lavoro svolto insieme.
È stata un’occasione di scambio per capire insieme da dove ripartire, interrogandoci sui diversi ruoli degli attori coinvolti nella promozione di dinamiche di sviluppo locale.
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ROMA – In Camerun oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni ha almeno un tipo di disabilità e il 65% di loro l’ha acquisita a causa di malattie infettive come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo. Per garantire ai bambini disabili del Camerun cure mediche, terapie riabilitative, istruzione e inclusione, Dokita Onlus lancia la Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Tutti Uguali”, che si può sostenere dal 6 al 21 gennaio 2019 con un sms o chiamata al numero solidale 45582.
Cento milioni di bambini disabili. Nel mondo, più di 100 milioni di bambini sono disabili e rappresentano uno dei gruppi più emarginati ed esclusi di molte società. Ogni giorno sono costretti a fare i conti con la discriminazione e con la mancanza di politiche e leggi adeguate, che nega loro il diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione e in alcuni casi perfino alla sopravvivenza. La disabilità li rende fragili e vulnerabili, esponendoli quattro volte in più, rispetto ai loro coetanei, al rischio di subire maltrattamenti fisici e psicologici. In particolare, in Camerun, oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità causata, per il 65% di loro, da malattie infettive non ancora debellate come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo.
Ma i bambini, sono davvero tutti uguali? In realtà, essere un bambino disabile in Camerun significa, nella maggior parte dei casi, non avere la possibilità di accedere ai servizi medici, non poter frequentare la scuola e non poter ricevere un’adeguata nutrizione. Sono bambini “invisibili”, condannati ad un futuro di emarginazione e abbandono, soprattutto perché spesso sono proprio le famiglie ad allontanarli, sia per mancanza di risorse economiche, sia a causa di retaggi culturali. Eppure nel sud del Camerun ci sono tre posti speciali dove, con cura e dedizione, si lavora tutti i giorni affinché i bambini siano davvero “tutti uguali”, nonostante la disabilità e l’estrema povertà. Sono i Centri gestiti da Dokita Onlus, che da oltre trent’anni è presente in Camerun per garantire cure e inclusione ai bambini disabili, promuovendo la loro piena partecipazione alla vita socio-economica e culturale della comunità, tramite la riabilitazione e la prevenzione socio-sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione professionale.
I progetti di Dokita. «La capacità di una società di includere i propri membri più vulnerabili e svantaggiati, come le persone con disabilità – dice Mario Grieco, Direttore di Dokita Onlus – dà la misura del grado di maturazione e di sviluppo della società stessa. Questo è ancor più vero se riflettiamo sul fatto che la disabilità è innanzitutto un fenomeno relativo, non assoluto, nel senso che una persona può essere considerata disabile a seconda di come la società vive le capacità di un individuo e a seconda delle barriere, fisiche, culturali e mentali, che essa stessa crea o abbatte al fine di rendere la propria comunità più inclusiva e accogliente. Con la campagna Tutti Uguali – dice ancora Grieco – Dokita oltre a sostenere e concretamente dei progetti a favore delle persone più vulnerabili in Camerun, intende anche invitare tutti i cittadini italiani ad una riflessione sui concetti dell’uguaglianza della parità e dell’inclusione sociale che devono essere posti a fondamento del nostro vivere sociale»
I centri creati in Camerun. A Sangmelima, in particolare, c’è il Foyer de l’Esperance, un centro sanitario realizzato nel 1982 da Dokita Onlus, che ogni anno accoglie stabilmente in regime residenziale 50 bambini con disabilità motorie, che altrimenti non avrebbero un luogo dignitoso in cui vivere. Dal 1997 il Foyer è gestito da Suor Laura Figueroa, infermiera missionaria della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, ed è inoltre dotato di un centro fisioterapico che è diventato il punto di riferimento per le terapie riabilitative di tutta la regione circostante per assistere bambini e adulti con disabilità motoria. A Ebolowa c’è il Foyer Père Monti, realizzato nel 1984 per sostenere e assistere minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e motorie che, oltre ad essere dotato di un centro audiometrico e di una sala di riabilitazione fisioterapica, gestisce anche una scuola con personale specializzato nell’insegnamento a persone diversamente abili. E infine, a Yaoundè, c’è il Centro Promhandicam, che gestisce l’unica scuola integrata per bambini ciechi in Camerun, ai quale viene insegnato il metodo Braille. Complessivamente queste strutture offrono assistenza a più di 5.000 persone con disabilità ogni anno, tra adulti e bambini.
I laboratori per le protesi. I progetti che Dokita porta avanti in Camerun sono volti ad offrire supporto integrale ai disabili, offrendo loro servizi di assistenza e di cura della persona, ma anche di empowerment, affinché essi possano partecipare attivamente alla vita sociale ed economica della loro comunità. Per raggiungere questo obiettivo, Dokita ha dato vita a due laboratori per la realizzazione di protesi e ortesi, presenti rispettivamente nel Centro Promhandicam di Yaoundè e nel Foyer de l’Esperance di Sangmelima, che sono stati attrezzati con strumentazioni professionali nel 2008 grazie ad un finanziamento della Cooperazione Italiana. Insieme all’attività di potenziamento dei due Centri, è stata inoltre avviata un’attività di formazione per la realizzazione delle protesi stesse. Attualmente, uno dei tecnici impiegati all’interno di uno dei laboratori è Joseph, un giovane affetto da disabilità fisica.
L’impegno della Onlus nel mondo. Dokita Onlus nasce nel 1988 in onore di Fratel Clemente Maino, missionario della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione che, nel 1970, si recò in Camerun per dare assistenza ai malati e diede vita alla prima comunità Concezionista in Africa. Il nome dell’Associazione ha origine proprio dal soprannome che gli fu dato dalla gente del posto, infatti in lingua bulu (dialetto dell’Africa Centrale) Dokita significa “Dottore”. Attualmente Dokita Onlus opera in 14 Paesi (Camerun, Congo R.D., Kenya, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Bolivia, Brasile, Honduras, Perù, India, Filippine, Albania e Italia) e 4 continenti prestando soccorso ogni anno a più di 20mila persone, di cui 7.000 con disabilità, alle quali assicura assistenza sanitaria, istruzione e cibo tramite le proprie strutture fisioterapiche, le scuole speciali e i centri di accoglienza.
Ambulatori, dispensari, sicurezza alimentare. Tra le molte attività portate avanti, strutture sanitarie, dispensari medici, ambulatori e centri ospedalieri per offrire assistenza medica alle persone più povere e/o in particolari condizioni di disagio sociale; strutture di accoglienza per minori orfani e/o abbandonati, ragazzi di strada, minori disabili e/o con esigenze particolari; strutture educative per favorire l’alfabetizzazione dei minori in condizioni di disagio sociale psichico o fisico; progetti volti a favorire il reinserimento sociale dei carcerati, con particolare attenzione alle donne con figli; programmi per la sicurezza alimentare fra i minori. Proprio ai disabili l’organizzazione dedica da sempre un’attenzione particolare in Camerun, ma anche in India, nelle Filippine e in Albania. Nel portare avanti tale obiettivo, Dokita onlus mira altresì a creare una cultura del volontariato, della cooperazione, della solidarietà, della tolleranza, della pace e dell’uguaglianza, nel totale rispetto delle diversità.
Terzo evento pubblico del progetto “Natur-Ability: percorsi di inclusione sociale in favore di giovani con disabilità nel territorio dell’Agro Pontino”, finanziato dalla Regione Lazio e promosso dall’Associazione Volontari Dokita onlus, in partenariato con le associazioni Demetra, HAbitaTerra e Articolo Ventiquattro.
Il 4 dicembre presso la sede dell’Associazione di Promozione Sociale Demetra, che è presente sul territorio di Terracina da alcuni anni ed è impegnata nell’attivazione di interventi rivolti a persone in condizione di disagio sociale e/o di fragilità psicofisica, sono stati accolti gli studenti e i professori degli Istituti Scolastici di Terracina: I.T.S. “A. Bianchini”, I.P.S. “Filosi” e il Liceo Statale “Leonardo da Vinci.
Tutti i 14 ragazzi del progetto Natur-Ability, che operano sin dal mese di maggio 2018 sia presso l’azienda agricola di Sabaudia che presso il laboratorio alimentare nella sede dell’associazione Demetra, sita in via Amati a Terracina, hanno potuto condividere con più di 60 studenti e i professori che li hanno accompagnati, le loro esperienze di formazione, evidenziando abilità e competenze acquisite in questi mesi nelle tecniche agricole e nei processi di trasformazione alimentare.
Per tutta la mattinata i ragazzi degli Istituti scolastici suddivisi in tre gruppi, si sono alternati nella visita partecipando alla presentazione del progetto, esposto direttamente dai singoli protagonisti, che con entusiasmo e precisione hanno descritto le fasi del loro lavoro, l’impegno sostenuto e i prodotti ottenuti, come le composte di frutta e verdura, i dolci e le torte rustiche. Al termine di ogni incontro gli studenti degli Istituti scolastici hanno avuto prova della bravura dei ragazzi impegnati nel progetto degustando alcuni dei loro dolci e preparati alimentari.
Giornate di incontro come queste in cui gli attori del progetto, gli studenti, i professori e gli esperti del settore s’incontrano tutti insieme, offrono occasioni di riflessione e approfondimento riguardo la tematica dell’inclusione sociale ampliando sensibilità e consapevolezze personali e collettive.
Nelle ultime settimane si è parlato in tutto il mondo delle cosiddette carovane di migranti partite dall’Honduras e da altri paesi del Centro America e dirette verso gli Stati Uniti. Le attenzioni mediatiche che hanno ricevuto sono dipese in parte dal grande numero di persone – diverse migliaia – che hanno partecipato alle ultime carovane. Il presidente USA Donald Trump ne ha fatto un tema centrale della campagna elettorale per le elezioni di metà mandato. Trump e diversi suoi sostenitori e media vicini alla sua amministrazione hanno sostenuto che le carovane fossero una minaccia imminente e molto pericolosa per la sicurezza nazionale statunitense, anche per la presunta presenza (mai provata e anzi smentita dai giornalisti sul posto) di terroristi provenienti dal Medio Oriente.
Al di là dell’uso che ne ha fatto Trump per la sua campagna elettorale, cosa sta realmente accadendo in centro America di così grave da provocare queste carovane di migranti?
Le cause della migrazione sono molteplici ma certamente la poverta´ e il grave fenomeno della violenza sono le ragioni principali che costringe migliaia di persone a dover migrare. Purtroppo questo fenomeno ha sempre caratterizzato la regione del Centro America ma negli ultimi mesi sembra essersi aggravato a tal punto da essere ormai fruoi controllo. I principali paesi al centro di questo fenomeno sono maggiormente El Salvador, l’Honduras e il Guatemala.
La presenza di potenti gang criminali in questa zona di America, come detto, non è una novità. e maras (come sono chiamate le gang criminali locali) uccidevano per questioni legate ai tradizionali meccanismi dei cartelli della droga o per imporre al territorio la cosi´detta impuesto de guerra (tassa di guerra), oggi qualcosa sembra essere cambiato. Oggi le maras e bande criminali sequestrano e minacciano la comunità creando terrore tra la popolazione.
Dunque è la violenza la causa principale delle carovane di migranti. Le due maras principali tra cui MS-13 e Barrio 18, hanno letteralmente schiacciato la popolazione locale rendendo impossibile una convivenza pacifica. Secondo un rapporto di MSF del 2017 l’Honduras sta sperimentando dei «livelli di violenza senza precedenti per una zona non in guerra». «I cittadini sono uccisi con impunità, e i sequestri e le estorsioni sono all’ordine del giorno». Per le donne la situazione è spesso ancora più critica: numerosissimi sono i casi di stupro e secondo il Centro per i diritti delle donne dell’Honduras, nel paese viene uccisa una donna ogni 16 ore, il tasso più alto registrato nel mondo.
Molte delle persone che nelle ultime settimane si sono unite alle carovane di migranti dirette verso gli Stati Uniti, quindi, l’hanno fatto principalmente per scappare dalle violenze subite nei loro paesi.
Per il momento non sembra che la forza di queste gang possa essere messa in discussione dai governi nazionali bloccati dalla corruzione e incapaci di trovare delle soluzioni per ridurre il potere dei gruppi criminali.
Il lavoro di Dokita in Honduras e nella regione del Centro America
Dokita opera in Honduras dai primi anni del 2000 e la prima area d’intervento è stata la Capitale, Tegucitalpa, caratterizzata da grande povertà, esclusione sociale e altamente soggetta a disastri naturali, quali uragani e alluvioni. Le prime attività sono state avviate nelle baraccopoli diCataluna, Emanuel e FuerzaUnidas, caratterizzate da assenza di acqua potabile, reti fognarie e ambulatori. I progetti si sono concentrati quindi nell’ambito sanitario e idrico, che in prevenzione dei disastri naturali. In particolare sono state realizzate attività di costruzione di ambulatori sanitari e di formazione di medici nei villaggi vicini alla grande discarica della città, costruzione di latrine nelle aree marginali più povere, realizzazione di centri di accoglienza post-disastro e formazione di equipe di pronto intervento per i disastri naturali.
Nel 2015 Dokita ha avviato un programma di intervento nel settore carceri con diversi interventi a favore dei detenuti del Penitenziario Maschile di Tegucigalpa e delle detenute del carcere femminle. I progetti sono stati mirati a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e delle detenute tramite interventi strutturali come ristrutturazione edile e miglioramento dei servizi di base offerti negli istituti penitenziari; attività formative e riabilitative e programmi di formazione professionale delle guardie carcerarie.
Nel 2016 Dokita ha iniziato un progetto co-finanziato dall’Unione Europea ¨Accesso alla giustizia di gruppi vulnerabili in Honduras”, all’interno del programma Eurojusticia, occupandosi del rispetto dei diritti umani dei reclusi e dei loro familiari, progetto che oltre a includere opere di miglioramento in istituti penali, formazione dei custodi, corsi formativi e allestimento di laboratori per i detenuti. Infine si occupa di rafforzare le Giunte Locali Contro la Tortura, uno dei pochi spazi dove la societa´civile puo´ far sentire la sua voce e intervenire di fronte aggli innumerevoli abusi e violazioni. Infine il progetto appoggia lo sviluppo di modalita´alternative come quello della giustizia restaurativa.
Nel 2018 è stato avviato il progetto “Minori e Giustizia” volto a promuovere percorsi di pena alternativi al carcere per minori in conflitto con la legge, migliorare il sistema della detenzione preventiva e incrementare le opportunità di riabilitazione dei giovani.
In collaborazione con le associazioni Demetra di Terracina, HAbitaTerra di Sabaudia e Articolo Ventiquattro di Fondi, l’Associazione Volontari Dokita onlus sta gestendo il progetto Natur-Ability: percorsi di inclusione sociale in favore di giovani con disabilità nel territorio dell’Agro Pontino, finanziato nell’ambito dell’Avviso Pubblico della Regione Lazio – Direzione Regionale Formazione, Ricerca, Innovazione, Scuola Università e Diritto allo Studio denominato “Presa in carico, orientamento e accompagnamento per l’inclusione sociale attiva” a valere sul POR FSE Lazio 2014-2020.
Nello specifico, il progetto Natur-Ability, che ha avuto formalmente inizio nel mese di marzo 2018 attraverso la selezione dei partecipanti, sta erogando in favore di 15 giovani con disabilità:
– percorsi di terapia occupazionale con attività formative in materia di tecniche agricole e di allevamento a Sabaudia;
– un laboratorio di trasformazione dei prodotti alimentari a Terracina in cui i ragazzi apprendono l’utilizzo di un Banco Multifunzionale di ultima generazione per produrre diversi elaborati (confetture, sott’oli, sott’aceti, conserve, etc.) valorizzando prodotti tipici della tradizione gastronomica del territorio pontino;
– due laboratori di educazione alimentare e cucina;
– un servizio continuo di sostegno psicologico e counselling familiare
– un servizio di counselling legale e orientamento al lavoro.
Per garantire un impatto territoriale più ampio e una maggiore conoscenza delle attività e dei risultati raggiunti dal progetto, Natur-Ability prevede anche la realizzazione di eventi pubblici di condivisione e sensibilizzazione ed è proprio per questo che i nostri ragazzi stanno organizzando per domenica 21 ottobre l’evento “Fuori di Zucca”.
L’evento “Fuori di Zucca” si terrà Domenica 21 ottobre 2018 presso la sede di HAbitaterra in via Litoranea KM 20 Sabaudia (LT).
A partire dalle 10:30 vi aspettiamo con laboratori, testimonianze e un goloso bruch per stare insieme ai ragazzi del progetto Natur-Ability e condividere quanto fatto finora.
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