PROGRAMMA EVENTO
INFO UTILI
Potenziamento centro accoglienza bambini disabili, Ebolowa
L’iniziativa progettuale riguarda il Camerun, che si colloca tra i Paesi a debole indice di sviluppo umano, difatti la speranza di vita alla nascita è di 55,1 anni, la durata media della scolarizzazione che risulta di 5,9 anni. Per quanto riguarda l’ambito della disabilità si denota una mancanza di informazioni e di conoscenze specifiche sulle problematiche sanitarie, sociali e questo determina il permanere di forti pregiudizi, che assieme alla mancanza di sostegno e cure adeguate, generano un vero e proprio isolamento sociale ed economico.
I principali obiettivi del progetto sono in primo luogo il miglioramento delle condizioni sanitarie e sociali dei minori con disabilità in Camerun e in secondo luogo, la promozione, l’integrazione e la partecipazione sociale di 100 minori con disabilità residenti nelle zone oggetto dell’intervento alla vita socio-economica e culturale della comunità. Le attività si svolgeranno nel Foyer Père Monti di Ebolowa.
Le attività promosse da Dokita Onlus nello specifico sono:
- Accoglienza residenziale dei minori con disabilità
- Rieducazione uditiva e riabilitazione motoria dei minori con disabilità
- Istruzione scolastica ai minori con disabilità
- Insegnamento della lingua dei segni ai minori con disabilità
- Realizzazione di un corso di sartoria, di calzoleria, di allevamento e di piscicoltura
- Insegnamento della lingua dei segni ai familiari dei minori con disabilità
- Sensibilizzazione sull’uso della lingua dei segni
100 bambini e ragazzi con disabilità e le loro famiglie.
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INFORMAZIONI PROGETTO
Budget
Valore complessivo del progetto:
€ 103.500
Totale finanziato:
€ 103.500
Miglioramento delle condizioni igienico sanitarie del penitenziario nazionale
La situazione dei detenuti nel più grande carcere maschile del Paese, il Penitenziario Nazionale Marco Aurelio Soto, situato nella localita’ di Tamara in Tegucigalpa, era al limite dei diritti umani per quanto riguardava la loro sicurezza, l’igiene, la salute, l’alimentazione, i diritti civili e legali. Oltre all’umiliazione di dover vivere in una continua situazione di sovraffollamento che, la maggior parte delle volte, sfociava in violenze reciproche per l’accaparramento dello spazio o in infezioni contagiose fra la popolazione. Le malattie piu’ diffuse sono tutt’ora: cancro (2%), diabete (14%), problemi cardiaci (15%), epilettici (15%), psiquiatrici (26%), tubercolosi (15%), HIV e siero positivi (12%) e altre malattie minori. Il carcere fu costruito negli anni 90 per ospitare al massimo 1500 persone, mentre attualmente ne sta’ ospitando oltre 3100 e le proiezioni sulla violenza e delincuenza in Honduras, non sono assolutamente in diminuzione.
Proprio per questa tragica situazione, Dokita ha deciso di migliorare le condizioni del centro di salute del carcere. Il centro di salute si trovava in una situazione drammatica non essendo né in possesso degli strumenti medici di base per poter assistere gli oltre 3000 interni dell’istituto, né di una autovettura per trasportare all’ospedale nazionale i casi d’emergenza. Inoltre, le condizioni infrastrutturali e igienico-sanitarie erano disastrose.
Tutti gli spazi del Centro, come le sale di visita, la stanza di malattie infettive, i bagni e i dormitori, erano caratterizzai da pareti insalubri, pavimenti rotti con evidenti buchi dove la polvere del cemento scoperto conviveva con i malati in visita.
Il progetto, reso possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Prosolidar, prevede:
- La ristrutturare delle stanze con pavimenti e pareti in ceramica e materiali di copertura speciali per ospedali in modo da aumentare l’igiene generale dell’edificio e ridurre i casi di infezione.
- L’acquisto di un’autovettura per il trasporto dei casi d’emergenza all’ospedale nazionale della capitale.
- La fornitura di strumenti o set di piccola chirurgia, e la fornitura di un computer, in modo che i 2 dottori e i 6 infermieri presenti nell’ambulatorio, potessero compiere il loro ruolo di operatori a tutti gli effetti.
- La costruzione di un salone multifunzionale dedicato alla riabilitazione dei detenuti. Questo salone, equipaggiato con tutti gli strumenti specifici, è attualmente utilizzato dagli psicologi e dagli assistenti sociali per svolgere le loro attività di riabilitazione di gruppo. In questio modo si è superata la tradizionale strategia di terapia individuale, che attualmente non ha alcun effetto e impatto sui detenuti, dovuto alle scarse risorse umane del centro, (solo 2 psicologi e 3 assistenti sociali per oltre 3100 interni) per innescare un nuovo sistema di approccio di riabilitazione di gruppo (terapia di gruppo, autoefficacia, autocontrollo, responsabilita’ collettiva, moduli di condotta e rispetto, ecc).
3100 detenuti
INFORMAZIONI PROGETTO
Miglioramenti infrastrutturali e formazione in ambito del rischio disastri nei distretti di Bagua e Banahao
Dokita, è presente nelle Filippine da più di 15 anni in varie aree e settori del Paese: a Quezon City (Manila) opera nel settore delle disabilità; a Cebu, nel settore dei minori e a Catarman (Samar), nell’ambito di un progetto di emergenza umanitaria, nel settore delle donne e minori. Nel 2013, a seguito del passaggio del Tifone Hayan, Dokita si è da subito attivata per offrire sostegno alle vittime del Tifone nel nord di Samar, offrendo supporto sanitario, supporto nutrizionale e supporto nella ripresa economica delle famiglie più povere dell’isola, oltre ad attività di ristrutturazione di edifici comunitari come scuole e cliniche mediche.
Alla fine dell’intervento di emergenza, attraverso una successiva analisi e valutazione dei bisogni della popolazione, sono state riscontrate alcune criticità nei villaggi di Bagua e Banahao, come la totale inagibilità di un edificio scolastico, distrutto dal tifone Hayan, e la necessità, fortemente sottolineata dalla comunità locale, di un centro di evacuazione polifunzionale/scuola, adeguatamente attrezzato, per rispondere alle emergenze in caso di evacuazione dalle proprie case. Inoltre, in entrambi i villaggi, si è riscontrata la mancanza di edifici (case e scuole) sicuri a fronte di forti tormente o passaggio di tifoni, e la mancanza di un’ adeguata preparazione, nonché di attrezzature, per far fronte a futuri disastri naturali.
Questi punti critici ci hanno spinto a non abbandonare la popolazione colpita e a portare avanti il nostro intervento con un successivo progetto, realizzato grazie al contributo della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, che mirava alla riduzione della vulnerabilità della popolazione locale, formata per la sua maggioranza da persone a basso reddito.
L’intervento, mirava alla protezione dei rifugiati e alla riduzione del rischio di catastrofi nelle Filippine, in particolare nella comunità di Bagua e Banahao (municipalità di Guiuan). Importante è stata l’incrementazione della resilienza delle infrastrutture e l’aumento della capacità di risposta di oltre 1.200 persone ai fenomeni atmosferici di elevata intensità, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili di disabili, donne e minori. Nello specifico, il progetto prevedeva:
- La riabilitazione di 1 scuola a Bagua;
- La costruzione di 1 centro di evacuazione polifunzionale/scuola a Banahao, che e stato appunto adibito a scuola nelle situazioni ordinarie;
- La realizzazione di 1 corso per la preparazione per 1.200 persone sulla prevenzione e riduzione del rischio in caso di fenomeni atmosferici di alta intensità;
- L’incrementazione della sicurezza di 200 abitazioni a Bagua e Banahao;
- La produzione e la distribuzione di materiale divulgativo sulla prevenzione del rischio e l’organizzazione di 2 giornate di simulazione del rischio catastrofe ambientale.
- Tutte le attività prevedranno azioni specifiche per la protezione, coinvolgimento e informazione delle persone con disabilità e minori.
300 famiglie
INFORMAZIONI PROGETTO
Centro di attenzione integrale per gli adolescenti (CAIA)
Dokita è presente dal 1991 nella città di Foz do Iguacu con diverse attività socio-sanitarie, rivolte ai minori e alle loro famiglie. In particolare, un progetto co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano e indirizzato al reintegro sociale di ragazzi provenienti dalla favela Morenitas (a ridosso del quartiere Porto Meira), ha portato alla realizzazione di un centro di formazione professionale, denominato Centro di Attenzione Integrale all’Adolescente (CAIA). Il Centro ospita 800 ragazzi e sostiene una scuola materna e un grande poliambulatorio al servizio della popolazione della favela.
Un secondo progetto è stato realizzato nel 1992, con la costruzione e l’attivazione del Poliambulatorio SCNSA, che svolge attività di diagnostica di base, arrivando a erogare fino a 250 prestazioni al giorno. Nell’ambito delle attività del Poliambulatorio vanno segnalati: un corso di formazione professionale per 40 infermieri, iniziative di formazione del personale sanitario, promozione di progetti, rivolti in particolare alle donne, riguardo l’educazione alla salute, l’informazione nutrizionale, la pianificazione familiare, nonché la prevenzione dell’abbandono e della devianza minorile.
Infine, nel 1993 Dokita e la SCNSA hanno dato vita a una scuola materna, la Pré-Escola Mae-Maria, che attualmente segue circa 200 bambini.
Dal 2002 al 2004, grazie al finanziamento dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), si è svolto un programma biennale di attenzione integrata, rivolto a bambini e adolescenti in situazione di sfruttamento sessuale alla frontiera tra Paraguay e Brasile.
Il progetto mira al potenziamento del “Centro de Atençăo Integrata ao Adolescente” in sigla CAIA (in italiano: Centro di Attenzione Integrale all’Adolescente), situato a sud della città di Foz do Iguaçu, nel quartiere Porto Meira, a ridosso della favela Vila Morenitas (vedi foto in copertina che ritrae la zona dell’intervento adiacente alla favela).
Contribuirà ad ampliarne il raggio d’azione e consolidarne le attività sociali, educative e sanitarie già avviate a favore dei minori e delle loro famiglie residenti nel quartiere di Porto Meira.
Si caratterizza come un intervento integrato e intersettoriale che mira a rafforzare e promuovere in forma coordinata iniziative e servizi educativi, sociali e sanitari a favore di persone in età evolutiva provenienti da strati sociali con ridotte risorse e opportunità.
Il progetto, inoltre, mira a promuovere e/o rafforzare una rete di collaborazione tra diversi soggetti istituzionali e non, presenti sul territorio e coinvolti sulle tematiche dei diritti dell’infanzia e adolescenza, mettendo a confronto diverse esperienze di lavoro.
800 ragazzi
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CENTRO DI RIABILITAZIONE FISIOTERAPICA
Centro di riabilitazione fisioterapica
La zona centrale dell’Albania (prefettura di Tirana) e la zona a nord-ovest (conosciuta col nome di Zadrina) sono caratterizzate da una alta densità di popolazione e da una maggiore esposizione ai rischi di povertà e sottosviluppo, relativamente al settore sanitario, educativo ed economico. In queste aree, i servizi sociali elementari esistenti, sanità e scuola, avevano livelli di efficienza molto bassi. Le strutture pubbliche, riuscivano a stento ad affrontare la prima emergenza e tralasciano l’aspetto riabilitativo post-operatorio dei pazienti. A questa problematica, si aggiungeva la totale inesistenza di strutture fisioterapiche presso le istituzioni ospedaliere, una limitata presenta di fisioterapisti adeguatamente formati e un servizio domiciliare inesistente. Ciò significava un aggravamento delle condizioni di salute, la forte emarginazione e, talvolta la segregazione domestica dei soggetti bisognosi di cure.
Il progetto mirava a sviluppare un servizio di riabilitazione fisioterapica e di prevenzione delle disabilità nelle aree centro e nord ovest del territorio albanese, presso alcune strutture sanitarie come il CTR di Tirana, il Centro di Fisioterapia di Piraj “Sacri Cuori” e presso i Centri di Sviluppo dei Servizi Sociali Statali albanesi, allo scopo di ridurre l’aggravamento delle condizioni di salute dei soggetti con disabilità fisioco-motorie. In particolare il progetto prevedava:
- 1) L’erogazione di cure e assistenza diretta di persone bisognose di trattamenti fisioterapici e sostegno per le cure parenzali, anche attraverso l’attivazione di un servizio domiciliare;
- 2) Ricerca sanitaria sul territorio;
- 3) Implementazione istituzionale del sistema di classificazione e codificazione internazionale ICF.
5.000 persone con disabilità psico-motorie
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Sostegno alle vittime del tifone Hayian
Nelle Filippine, nelle isole di Cebu e Samar, a diversi mesi dal passaggio del Tifone Haiyan, la situazione è ancora ben lontana dalla normalità. La macchina dell’emergenza umanitaria e della ricostruzione si è messa prontamente in moto ma la ricostruzione è lenta e difficoltosa. Nelle isole colpite oltre il 90% della popolazione vive in condizioni di povertà con un reddito medio di circa due dollari al giorno. Le condizioni igieniche sono allarmanti e, a conseguenza di ciò, si riscontrano numerosi casi di infezioni gastro-intestinali, respiratorie e altre malattie causate dalle condizioni insalubri. Si denotano alti indici di denutrizione e malnutrizione soprattutto fra i minori e il conseguente diffondersi di malattie infettive.
Inoltre, nelle zone rurali colpite, la quasi totalità delle famiglie viveva di un’economia di sussistenza basata sulla pesca o sulla lavorazione del riso. La perdita degli strumenti e dei mezzi di lavoro come barche, reti o altri attrezzi per la pesca e/o l’agricoltura, causata da Haiyan, ha provocato un ulteriore aumento dei tassi di disoccupazione favorendo cosi il circolo vizioso della povertà.
Dokita, presente nelle Filippine sin dal 1995 con due centri di accoglienza per minori svantaggiati nelle isole di Cebu e Samar, si è immediatamente attivata per offrire soccorso tramite le due strutture esistenti ed avviando un progetto di sostegno alle vittime del Tifone.
Le attività del progetto di sostegno sono rivolte alle famiglie più vulnerabili ed intervengono su 3 ambiti cruciali: supporto nutrizionale, supporto sanitario e ripresa economica.
- 1) Il supporto nutrizionale viene eseguito dal personale nei 2 centri di accoglienza con l’aiuto di un medico fornito dai centri sanitari di riferimento. Vista la grave crisi alimentare delle zone si intraprendono interventi di distribuzione di cibo alle famiglie più bisognose. I prodotti alimentari distribuiti includono: riso, sardine, zucchero, vegetali e alimenti di uso comune come latte in polvere (soprattutto per i neonati) e uova. Inoltre, vengono distribuite vitamine e sali minerali per ripristinare i normali valori fisiologici dell’organismo.
- 2) Il supporto sanitario viene effettuato nei due centri di accoglienza ed eseguito dai medici in maniera periodica su tutta la popolazione beneficiaria del progetto attraverso visite periodiche e, se necessario, distribuzione gratuita di farmaci per curare eventuali patologie. Inoltre sarà distribuito un kit sanitario e di automedicazione, composto da (sapone per il corpo, detersivo antisettico per i vestiti e la pulizia della casa, acqua ossigenata, cerotti, ecc).
- 3) Il supporto alla ripresa economica e scolastica viene effettuato attraverso la donazione di materiale per la pesca o per l’agricoltura a seconda delle necessità delle famiglie: legno per la ricostruzione delle barche, reti, sementi, concimi, ecc. Infine, ai bambini viene donato un kit scolastico comprendente tutto l’occorrente per seguire la scuola con profitto (zaino, quaderni, penne e colori, ecc.).
Intervenendo in maniera simultanea e complementare nell’area della nutrizione, salute e ripresa economica, le famiglie potranno nel tempo recuperare la loro condizione di benessere sia fisico che economico, ristabilendo il normale percorso di vita.
100 famiglie
INFORMAZIONI PROGETTO
TERREMOTO ITALIA – Emergenza disabili
Terremoto centro Italia: emergenza disabili
Da quando la terra ha tremato la prima volta, il 24 agosto, non ha più smesso. Il terremoto continua a non dare tregua a Marche e Umbria, arrivando a scuotere, con le scosse di ottobre, anche Lazio e Toscana. Le abitazioni e gli edifici pubblici rimasti miracolosamente in piedi, sotto le ultime scosse, sono crollati o sono in procinto di farlo, alimentando ulteriormente la paura degli oltre 20mila sfollati delle Marche.
Gli abitanti delle zone terremotate da mesi vivono notti di paura e spavento, troppe notti. Tra di essi le persone con disabilità sono le più vulnerabili. Loro, fra tutti, sono stati coloro che hanno avuto minor capacità di salvarsi da sole e hanno bisogno di strutture e servizi speciali per essere assistite adeguatamente. La loro situazione già problematica, si sta ulteriormente aggravando.
Il problema più grande che devono affrontare adesso è il recupero del lavoro di riabilitazione necessario soprattutto alle persone con disabilità intellettiva e psico-motoria. Oltre al forte trauma ancora non superato e ulteriormente alimentato dalle continue scosse, molte delle strutture che li accoglievano sono state danneggiate e i servizi attivi prima del sisma si sono interrotti. Non si può che andare avanti, solo apparentemente in solitudine.
Dokita, da sempre al fianco delle persone con disabilità, in collaborazione con la Comunità di Capodarco e il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, ha attivato una raccolta fondi da destinare all’accoglienza e all’assistenza delle persone con disabilità ospitate nella Fattoria Sociale Montepacini, in provincia di Fermo.
La Fattoria Montepacini nasce come Centro Socio Educativo Riabilitativo diurno per giovani/adulti disabili. Successivamente, la fattoria sociale ha ampliato le sue attività, aprendo un Centro Estivo che accoglie annualmente, oltre 250 minori. Le attività che il Centro offre ai ragazzi disabili sono molte. I ragazzi vengono seguiti da personale specializzato nel loro percorso di fisioterapia e/o di riabilitazione e hanno la possibilità di vivere e sperimentare esperienze positive e costruttive a contatto con la natura e gli animali ( pet therapy, onodidattica, ippoterapia, animali della fattoria) in modo da promuovere l’agricoltura sociale per l’inclusione di minori e giovani adulti disabili.
A causa del terremoto di Agosto la fattoria ha subito degli evidenti danni strutturali alle stallette degli animali e all’antico forno a legna. I danni hanno fortemente limitato le attività riabilitative dei ragazzi con disabilità, questo però non ha scoraggiato il personale della Fattoria che ha deciso di aprire la struttura all’accoglienza delle persone rimaste vittima del terremoto, in particolre ai bambini. Il Centro ospita, negli orari extra scolastici, diversi bambini e giovani che vengono dalle zone sfollate e tra questi anche ragazzi con disabilità, fornendo loro attività ludico ricreative e un servizio mensa.
Dokita ha deciso di incentrare il proprio intervento in due fasi. La prima consiste nell’acquisto di attrezzature sostitutive per far ripartire le attività riabilitative nel più breve tempo possibile e nell’avvio di un nuovo percorso educativo finalizzato all’inserimento lavorativo di persone con disabilità. La seconda, più a lungo termine, consiste nella ristrutturazione del forno e delle stallette e nel supporto delle attività riabilitative e ludico-ricreative.
- 16 ragazzi con disabilità seguiti quotidianamente dagli operatori della fattoria
- 100 ragazzi con diverse forme di disagio inseriti in attività stagionali
- 30 bambini sfollati nel territorio circostante provenienti dalle zone colpite dal sisma.Per loro saranno realizzate, d’accordo con il Comune di Fermo, attività di accoglienza pomeridiana di bambini sfollati con attività ludico-ricreative e didattiche
INFORMAZIONI PROGETTO
UNA BIBLIOTECA PER LA SCUOLA PRIMARIA “FOUA 2”
Una biblioteca per la scuola elementare di "Foua 2"
La comunità rurale di Nguéniène è situata a circa 100 km a sud di Dakar e raggruppa 25 villaggi. La maggioranza della popolazione, composta da circa 35.000 persone, vive di agricoltura e di pastorizia. Solo una piccola parte dei lavoratori si sposta quotidianamente verso la costa, per lavorare a giornata come pescatori, muratori o come colf.
Dal 1996, con la legge di decentralizzazione, la comunità di Nguéniène ha assunto la responsabilità della gestione delle scuole primarie. La devoluzione delle competenze non è stata però accompagnata da un trasferimento sufficiente di risorse economiche, e da ciò deriva la precarietà delle scuole locali. In questa area esistono attualmente 24 scuole primarie, di cui 11 a ciclo completo (che comprendono 6 classi) e 13 a ciclo incompleto (con meno di 6 classi).
La scuola pubblica primaria Foua 2 è nata come una piccola scuola elementare in un recinto con tetto di paglia, una lavagna, pochi banchi e qualche gesso. Oggi la scuola ospita circa 240 bambini, abitanti dei diversi villaggi distribuiti nella comunità. Gli alunni sono divisi in 5 aule e assistiti da 5 insegnanti che lavorano per 6 classi, ognuna delle quali composta da circa 40/60 alunni. La scuola è anche provvista di un pozzo, un locale per stoccare il cibo e preparare i pasti e due servizi igienici.
Dokita, con la partecipazione di Caritas Italia, ha avviato un progetto che mira alla realizzazione di una biblioteca all’interno della scuola di Nguéniène, necessità espressa dagli insegnanti della scuola stessa, con i quali è stato deciso di attrezzare una delle aule, la più spaziosa, con una ampia libreria nella quale conservare libri di lettura per ragazzi ed il materiale didattico comune. I bambini avranno così la possibilità di avvicinarsi alla lettura ed allargare le proprie conoscenze.
Oltre alla costruzione e al rifornimento della biblioteca, il progetto prevede anche la formazione dei 5 insegnanti sulla corretta gestione della stessa e l’organizzazione di un servizio di prestito dei libri per bambini.
Il progetto si inserisce in un più ampio intervento di Dokita a favore di questa scuola, già intrapreso attraverso un supporto nutrizionale che prevede la distribuzione di un pasto quotidiano agli alunni della scuola per tutta la durata dell’anno scolastico. Si prevede inoltre di realizzare un muro di cinta che permetterà di allontanare animali domestici e selvatici dal cortile, di un pozzo più profondo di quello attuale con una capacità di ricarica migliore, specialmente per affrontare la stagione secca.
240 bambini tra i 6 e i 12 anni
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COSTRUZIONE CENTRO DI FORMAZIONE IDEAL
Budget
Valore complessivo del progetto:
€ 75.000
Totale finanziato:
€ 75.000
Costruzione centro di formazione IDEAL
Presso il villaggio rurale di Santa Eulalia, nella provincia di Huarochiri, Dokita sostiene la popolazione locale tramite assistenza alimentare, sanitaria, didattica e formativa; qui esistono, infatti, due progetti a favore dei minori e una scuola di formazione professionale (IDEAL). Lo scopo del Centro è quello di proseguire il lavoro già avviato dai due Programmi a favore dei minori, offrendo una formazione tecnica superiore che possa facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Il Centro IDEAL (Institución de Desarrollo Educativo Alternativo Laboral) è una stuttura dal carattere polifunzionale dedicata all’educazione, alla formazione e all’orientamento professionale. Il Centro, mediante l’impartizione di innumerevoli corsi, laboratori, giornate di approfondimento, incontri e seminari, mira a rafforzare le attività di formazione professionale dei soggetti provenienti dalle fasce di popolazione con scarse risorse e opportunità come ad esempio: ragazze-madri, adolescenti in condizioni di emarginazione o con basso livello di alfabetizzazione, donne maltrattate e/o abbandonate, allo scopo di ridurne la vulnerabilità sociale e favorirne l’integrazione sociale e lavorativa.
Le attività formative, supportate da Dokita, si sono divise in tre principali aree:
- Informatica: informatica di base e grafica compiuterizzata;
- Lavorazione tessile: confezionamento articoli tessili e confezionamento articoli sportivi;
- Artigianato: Gioielleria.
La scuola, che fa parte della rete ministeriale dei centri di formazione professionale CETPRO (Centro Educativo Técnico Productivo), offre non solo opportunità formative, ma anche opportunità educative e di orientamento professionale, svolge azioni di supporto socio-educativo, di potenziamento e d’integrazione socio-culturale dell’intera comunità. Si sono infatti svolti laboratori di doposcuola e attività ludico-ricreative con l’obiettivo di sostenere i minori in difficoltà.
Inoltre, il progetto prevedeva la realizzazione di attività di supporto diretto a carattere socio-educativo rivolto a famiglie, gruppi parentali o persone in difficoltà, e di informazione e sensibilizzazione sul territorio di riferimento.
4.600 persone