Dokita è presente in Albania dal 1993, collaborando fin dall’inizio con la controparte locale Fondazione Nostra Signora del Buon Consiglio (NSBC), ente no-profit di natura giuridica albanese, e i Ministeri competenti, tra cui il Ministero del Lavoro, degli Affari sociali e delle Pari Opportunità, il Ministero delle Sanità e dell’Istruzione.
Tutte le attività realizzate hanno interessato il settore della riabilitazione fisioterapica e della disabilità, caratterizzato in quegli anni da una pressoché inesistenza di strutture fisioterapiche presso le istituzioni ospedaliere, forte carenza generale della cultura riabilitativa, insufficienza dei servizi di primo intervento nel settore ortopedico, presenza limitata di fisioterapisti adeguatamente formati ed un’assenza del servizio domiciliare.
Gli interventi hanno contribuito alla realizzazione di molteplici opere e servizi tra cui: l’Istituto di Specializzazione delle Professioni Sanitarie (successivamente trasformato in Facoltà di Medicina all’interno dell’Università NSBC); l’Osservatorio Nazionale per le Persone con Capacità Limitate; un Servizio per le Riabilitazione Fisiche per persone con disabilità fisico-motorie e post-traumatici; corsi annuali di perfezionamento per infermieri di sala e il 1° corso di laurea triennale in Fisioterapia; ed infine il Centro di Terapia e della Riabilitazione e Medicina Sportiva (CRMS).
Nel 2008 è stato avviato un progetto per la “Prevenzione, cura e assistenza fisioterapica nelle aree del centro-nord dell’Albania” con l’obiettivo di attuare interventi di cura, ricerca e prevenzione nel settore delle disabilità. Particolare rilievo ha avuto la realizzazione dell’impianto di idrochinesiterapia per la riabilitazione neurologica e fisico motoria inaugurato nel 2011.
Infine, in stretta collaborazione con il Ministero della Sanità albanese e il WHO Country Office di Tirana, Dokita ha introdotto in lingua albanese la Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che è stata ufficialmente pubblicata nel 2012.
Anche grazie a massicci aiuti economici, italiani ed europei, oggi l’Albania è al 70° posto nell’Indice di sviluppo umano (Isu – UNDP) fra i Paesi ad alto sviluppo. Ciò nonostante il Paese presenta ancora i più bassi livelli di reddito in Europa e nei Balcani, ha al suo interno grandi sacche di povertà, arretratezza ed emarginazione oltre che forti ritardi strutturai nei servizi pubblici come il comparto ospedaliero e socio sanitario.
Le politiche sociali e di welfare risentono di un processo di cambiamento che non è riuscito ancora ad affrontare in modo efficace le maggiori criticità della società albanese e a risentirne sono le fasce più deboli, come le persone con disabilità, gli anziani e le famiglie che vivono nelle aree rurali. Tirana, capitale finanziaria e politica del Paese, è cresciuta nell’ultimo decennio ad un ritmo molto differente rispetto al resto del Paese e le aree periferiche restano ancora escluse dal recente e fragile sviluppo.