Dokita lavora in Honduras da oltre dieci anni, una tra le organizzazioni umanitarie che opera da più tempo nel paese. L’Honduras è un paese che versa in una situazione di estrema povertà tanto da essere al 132° posto nella lista dei paesi per sviluppo umano, avanti solo ad Haiti nel continente americano (indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo pro capite, divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese).
Inoltre l’Honduras ha anche un alto tasso di omicidi. Circa 40 per 100.000 abitanti, ovvero più di 4.000 vittime di morte violenta ogni anno. La violenza, purtroppo, prospera nei contesti in cui c’è forte povertà, molteplicità di problemi sociali, mancanza di lavoro, forte corruzione e grandi violazioni di diritti umani.
Negli anni Dokita ha realizzato progetti finanziati da Caritas e Chiesa Valdese per formare donne e giovani in attività produttive, ed ha appoggiato il centro Don Bosco, nella periferia della capitale Tegucigalpa in un’area ad alta incidenza criminale e di forte coinvolgimento dei giovani in bande chiamate maras, vere e proprie organizzazioni mafiose molto sanguinarie.
La storia recente ci ha mostrato come, di fronte alla violenza criminale lo Stato abbia risposto con altrettanta violenza e spesso violando gli elementari diritti umani della popolazione. Non è un caso che varie associazioni siano attive per supportare azioni volte al rafforzamento dello stato di diritto e per il rispetto dei diritti umani. Nel 2011 l’Unione Europea ha appoggiato Dokita con un progetto pluriannuale di formazione professionale a donne recluse nel carcere di Tegucigalpa e nello stesso tempo migliorare la situazione di diritti che sarebbero dovuti già essere riconosciuti all’interno della struttura.
Da qualche mese Dokita ha concluso un importante progetto sul miglioramento dell’accesso alla giustizia di gruppi più vulnerabili. Abbiamo lavorato per migliorare le condizioni di vita e per il rispetto delle tutele dei detenuti appoggiando anche le differenti pastorali carcerarie della Caritas. Il progetto, cofinanziato dall’Istituto Italiano per l’America Latina, si è concluso con molto successo nel 2020 e si rivolgeva soprattutto ai giovani in conflitto con la legge. Oltre ad aver costruito un modulo abitativo per i giovani residenti del Centro di Jalteva, abbiamo fornito l’attrezzatura per un laboratorio di panetteria e un altro di formazione professionale. Inoltre, assieme all’Istituto Nazionale per la Gioventù Infrattora (INAMI), è stato realizzato un protocollo di attenzione per gli operatori in modo da salvaguardare i diritti dei giovani e proiettare il periodo di privazione della libertà in un momento riabilitativo e formativo e non solo un inutile castigo.
Negli anni abbiamo organizzato una rete di organizzazioni che collaborano per la preparazione di una proposta di legge sulla giustizia restaurativa da presentare in Parlamento, cosi come l’organizzazione di corsi e formazioni a funzionari.
Da oltre un anno stiamo realizzando il progetto JUSTAMENTE Riforma del sistema penale minorile e modelli innovativi di prevenzione terziaria per la diffusione della cultura riparativa in Honduras finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in consorzio con la ONG MLAL, Fondazione Don Calabria e Antigone. Questo progetto appoggia il sistema di giustizia minorile cercando di migliorare i meccanismi di attenzione ai giovani e promuove pratiche alternative alla detenzione. Stiamo organizzando corsi di specializzazione in giustizia penale minorile per giudici, difensori pubblici e polizia e sono previste tante altre attività a favore di questi giovani svantaggiati. Il progetto si concluderà nel 2022 e si estenderà su tutto il territorio nazionale. Dokita è diventato un punto di riferimento in questo ambito e collabora con molte istituzioni del governo come INAMI e Conaprev (comitato nazionale contro la tortura) e con organismi non governativi come il CPTRT (Centro contro la tortura).
Come se non bastasse, la pandemia di coronavirus non ha risparmiato l’Honduras, infatti le restrizioni – dato che molte famiglie vivono di un’economia informale e di piccoli ricavi giornalieri – hanno provocato importanti danni economici riducendo alla povertà vari settori della popolazione. La percentuale di decessi, rispetto a tante altre nazioni resta più basso, superando di poco i 4000 su una popolazione di 9 milioni di abitanti.
Anche per i ragazzi con cui lavoriamo il disagio è stato grosso. Per ragioni di sicurezza sanitaria le visite dei familiari sono state sospese, ma fortunatamente il ministero di giustizia ha deciso di far tornare a casa, dalle proprie famiglie, circa la metà dei giovani reclusi, riducendo così il numero di detenuti a poco più di 200. Grazie a queste strette misure messe in atto i centri pedagogici nei quali lavoriamo non hanno registrato contagi.
Budget
Valore complessivo del progetto:
€ 103.500
Totale finanziato:
€ 103.500
Miglioramento delle condizioni igienico sanitarie del penitenziario nazionale
La situazione dei detenuti nel più grande carcere maschile del Paese, il Penitenziario Nazionale Marco Aurelio Soto, situato nella localita’ di Tamara in Tegucigalpa, era al limite dei diritti umani per quanto riguardava la loro sicurezza, l’igiene, la salute, l’alimentazione, i diritti civili e legali. Oltre all’umiliazione di dover vivere in una continua situazione di sovraffollamento che, la maggior parte delle volte, sfociava in violenze reciproche per l’accaparramento dello spazio o in infezioni contagiose fra la popolazione. Le malattie piu’ diffuse sono tutt’ora: cancro (2%), diabete (14%), problemi cardiaci (15%), epilettici (15%), psiquiatrici (26%), tubercolosi (15%), HIV e siero positivi (12%) e altre malattie minori. Il carcere fu costruito negli anni 90 per ospitare al massimo 1500 persone, mentre attualmente ne sta’ ospitando oltre 3100 e le proiezioni sulla violenza e delincuenza in Honduras, non sono assolutamente in diminuzione.
Proprio per questa tragica situazione, Dokita ha deciso di migliorare le condizioni del centro di salute del carcere. Il centro di salute si trovava in una situazione drammatica non essendo né in possesso degli strumenti medici di base per poter assistere gli oltre 3000 interni dell’istituto, né di una autovettura per trasportare all’ospedale nazionale i casi d’emergenza. Inoltre, le condizioni infrastrutturali e igienico-sanitarie erano disastrose.
Tutti gli spazi del Centro, come le sale di visita, la stanza di malattie infettive, i bagni e i dormitori, erano caratterizzai da pareti insalubri, pavimenti rotti con evidenti buchi dove la polvere del cemento scoperto conviveva con i malati in visita.
Il progetto, reso possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Prosolidar, prevede:
- La ristrutturare delle stanze con pavimenti e pareti in ceramica e materiali di copertura speciali per ospedali in modo da aumentare l’igiene generale dell’edificio e ridurre i casi di infezione.
- L’acquisto di un’autovettura per il trasporto dei casi d’emergenza all’ospedale nazionale della capitale.
- La fornitura di strumenti o set di piccola chirurgia, e la fornitura di un computer, in modo che i 2 dottori e i 6 infermieri presenti nell’ambulatorio, potessero compiere il loro ruolo di operatori a tutti gli effetti.
- La costruzione di un salone multifunzionale dedicato alla riabilitazione dei detenuti. Questo salone, equipaggiato con tutti gli strumenti specifici, è attualmente utilizzato dagli psicologi e dagli assistenti sociali per svolgere le loro attività di riabilitazione di gruppo. In questio modo si è superata la tradizionale strategia di terapia individuale, che attualmente non ha alcun effetto e impatto sui detenuti, dovuto alle scarse risorse umane del centro, (solo 2 psicologi e 3 assistenti sociali per oltre 3100 interni) per innescare un nuovo sistema di approccio di riabilitazione di gruppo (terapia di gruppo, autoefficacia, autocontrollo, responsabilita’ collettiva, moduli di condotta e rispetto, ecc).
3100 detenuti
INFORMAZIONI PROGETTO
MINORI E GIUSTIZIA
Minori e Giustizia - Fase 2
La situazione degli adolescenti in conflitto con la giustizia è un fenomeno problematico in un tutte le regione del centroamerica, specialmente nella zona denominata “triangolo del nord” che comprende Guatemala, Honduras e El Salvador. Esistono più di 900 bande attive ogni giorno in centroamerica, con una stima di 70.000 membri, la maggioranza dei quali si trova in Honduras (36.000 membri), Guatemala (14.000 memebri) e El Salvador (10.500 memebri).
L’Honduras è il paese con il più alto tasso di omicidi pro capite del mondo, molti dei quali perpertrati da minori: nonostante non sia in corso una vera guerra, si verifica una morte violenta ogni 74 minuti. Questo dato riflette la situazione precaria che vivono molti bambini e adolescienti in Honduras. Molte indagini parlano di più di ventimila bambini di strada, dediti alla droga, alla prostituzione e a mendicare per mangiare, troppo spesso non tutelati da quegli organi che dovrebbero prendersi cura del loro benessere.
La violenza in Honduras nasce da una forte disuguaglianza economica e sociale: disgregrazione familiare, limitato acesso alle opportunità educative e professionali nelle aree marginali , limitata formazione professionale, debolezza della presenza dello Stato e repressione violenta da parte delle autorità, disuguaglianza nella redistribuzione della ricchezza.
La problematica dei gruppi criminali giovanili in Honduras è maggiormente complessa nei grandi centri urbani, come Tegucigalpa, San Pedro Sula y La Ceiba, dove le bande sono in fase di espansione soprattutto nei quartieri più poveri. La difficile situazione economica e sociale dei quartieri periferici, spinge molti giovani ad entrare a far parte di bande criminali, vedendola come unica prospettiva di sopravvivenza, sia economica che sociale.
Il progetto prevede rafforzare il sistema nazionale di giustizia penale minorile e la tutela dei diritti dei minori in privazione di libertá, con l’obiettivo di migliorare i processi di riabilitazione e di rinserzione sociale.
In particolare, il progetto vuole migliorare le capacitá istitucionali e del personale del sistema di giustizia nella implementazione e nella diffusione delle misure alternative e di programmi di riabilitazione e reinserzione socio-produttivi.
– 500 minori inseriti nel sistema di giustizia minorile
– 35 rappresentanti del giustizia minorile
– 20 minori dei centri di prevenzione minorile inseriti in processi di formazione professionale
Minori e Giustizia
La situazione degli adolescenti in conflitto con la giustizia è un fenomeno problematico in un tutte le regione del centroamerica, specialmente nella zona denominata “triangolo del nord” che comprende Guatemala, Honduras e El Salvador. Esistono più di 900 bande attive ogni giorno in centroamerica, con una stima di 70.000 membri, la maggioranza dei quali si trova in Honduras (36.000 membri), Guatemala (14.000 memebri) e El Salvador (10.500 memebri).
L’Honduras è il paese con il più alto tasso di omicidi pro capite del mondo, molti dei quali perpertrati da minori: nonostante non sia in corso una vera guerra, si verifica una morte violenta ogni 74 minuti. Questo dato riflette la situazione precaria che vivono molti bambini e adolescienti in Honduras. Molte indagini parlano di più di ventimila bambini di strada, dediti alla droga, alla prostituzione e a mendicare per mangiare, troppo spesso non tutelati da quegli organi che dovrebbero prendersi cura del loro benessere.
La violenza in Honduras nasce da una forte disuguaglianza economica e sociale: disgregrazione familiare, limitato acesso alle opportunità educative e professionali nelle aree marginali , limitata formazione professionale, debolezza della presenza dello Stato e repressione violenta da parte delle autorità, disuguaglianza nella redistribuzione della ricchezza.
La problematica dei gruppi criminali giovanili in Honduras è maggiormente complessa nei grandi centri urbani, come Tegucigalpa, San Pedro Sula y La Ceiba, dove le bande sono in fase di espansione soprattutto nei quartieri più poveri. La difficile situazione economica e sociale dei quartieri periferici, spinge molti giovani ad entrare a far parte di bande criminali, vedendola come unica prospettiva di sopravvivenza, sia economica che sociale.
Il progetto “Minori Giustizia” ha come obiettivo principale il contrasto della criminalità giovanile e la tutela dei diritti degli adolescenti in Honduras.
Il progetto vuole promuovere percorsi di pena alternativi al carcere per minori in conflitto con la legge, migliorare il sistema della detenzione preventiva e incrementare le opportunità di riabilitazione dei giovani per un loro corretto reinserimento all’interno della società.
Il progetto riflette la necessità di un cambiamento radicale dell’approccio alla lotta e prevenzione della violenza in ambito giovanile. Si vuole, sopratutto per i minori responsabili dei delitti socialmente meno pericolosi, spostare il focus dalle misure detentive e dai concetti di punizione e isolamento, a quelli di giustizia riabilitativa e di reintegrazione.
In questo ambito in collaborazione con RE.TE ONG, verrà realizzata una mappatura ricognitiva delle istituzioni e strutture che lavorano nel settore della prevenzione in Honduras, in modo da favorire l’affidamento dei minori in conflitto con la legge a programmi di reinserimento sociale sul territorio.
Inoltre, verrà promossa la formazione tecnica e professionale dei giovani in disagio socio economico di alcune delle zone più vulnerabili del Paese per facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro e ridurne la vulnerabilità sociale ed economica nonché il rischio che possano essere reclutati dalle gang criminali giovanili, molto diffuse in Honduras.
Beneficiari
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